“Ogni discussione sulla rete ospedaliera, compresa quella del Vco, ancor prima della capacità della Regione di costruire ospedali, dovrebbe avere al centro quella di garantire cure accessibili, tempestive e di qualità a tutti”. Così Alice Ravinale, Presidente Gruppo consiliare regionale Alleanza Verdi Sinistra.
Comunicato stampa
“Abbiamo visto invece che l’edilizia sanitaria è un tema molto caro alla Giunta Cirio, a discapito di tutto il resto. Ne abbiamo conferma anche dal Piano socio-sanitario regionale per il quale sono in corso le audizioni e che a dicembre arriverà in aula: interi capitoli strategici sono trattati in modo superficiale, mentre sull’edilizia sanitaria e sugli interventi strutturali si entra nel dettaglio.
Il Vco è un’area orograficamente complessa, con tempi di percorrenza spesso lunghi e con un progressivo invecchiamento della popolazione. Questo significa una cosa molto semplice: qualsiasi scelta ospedaliera deve essere accompagnata da un robusto investimento nella medicina di prossimità.
Se si decide — e il se resta comunque d’obbligo visto che la Giunta non si è presa impegni definitivi bocciando emendamenti e ordini del giorno delle minoranze — di puntare su un unico presidio ospedaliero, allora dobbiamo essere ancora molto determinati nel rafforzare ciò che sta prima dell’ospedale: le Case e gli Ospedali di Comunità, i servizi domiciliari, la telemedicina, la presenza dei medici di base e dei pediatri nelle aree periferiche, reti territoriali realmente integrate.
Nel momento in cui sospendiamo la delibera del 2023 e apriamo una nuova fase di valutazione, la localizzazione del DEA non può e non deve tradursi in disparità di accesso alla salute.
Occorre un nuovo ospedale, ma deve essere accompagnato da un vero piano di presidio del territorio, con investimenti certi, tempistiche definite e coinvolgimento dei sindaci e delle comunità locali.
Chiediamo quindi alla Giunta che, parallelamente agli studi sulla localizzazione del presidio ospedaliero, venga avviata una programmazione altrettanto seria sulla medicina di prossimità, anche per far sì che gli attuali ospedali mantengano vocazione socio-sanitaria”.