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Strage di Borgo Ticino: il comune ottiene 400mila euro di risarcimento

Il sindaco: "Non ripaga minimamente di quanto successo ma rende giustizia a chi si è sacrificato per il nostro paese"

Strage di Borgo Ticino: il comune ottiene 400mila euro di risarcimento

A comunicare la notizia è il sindaco Alessandro Marchese che in una conferenza stampa spiegherà tutti i dettagli.

Il contenzioso

Il Ministero dell’Economia ha erogato 400mila euro al comune di Borgo Ticino come risarcimento per la strage nazifascista perpetrata il 13 agosto 1944 in paese: quel giorno, lo ricordiamo furono uccisi 12 giovani scelti a caso tra gli abitanti del comune.

La questione legale partì nel 2017 quando il comune decise di chiedere i danni alla Germania. Nel 2022 i tedeschi furono condannati a pagare 400mila euro a Borgo Ticino. L’iter è stato lungo ma la notizia della liquidazione della somma è arrivata ieri. Il sindaco Alessandro Marchese, tramite un video postato sui social, ha commentato: “Non ripaga minimamente di quanto successo ma rende giustizia a chi si è sacrificato per il nostro paese”.

Il racconto della strage

La strage di Borgo Ticino fu una rappresaglia della seconda guerra mondiale, verificatasi presso Borgo Ticino il 13 agosto 1944 quando, in risposta ad un attacco partigiano a un convoglio tedesco che aveva provocato il ferimento di quattro soldati, vennero fucilati 12 civili scelti a caso tra la popolazione.

Gli eventi

Il 13 agosto 1944 presso la frazione di borgo san Michele un camion della Wehrmacht che trasportava taniche di benzina fu attaccato da un gruppo di partigiani. L’attacco provocò il ferimento di quattro soldati tedeschi. Come rappresaglia, in ottemperanza al bando Kesselring, il capitano Waldemar Krumhaar informò il comando delle SS retto dal capitano Holm, che dispose la fucilazione di dodici ostaggi, da prelevarsi dalla popolazione, tre per ogni ferito. Nella fase preparatoria fu richiesta da parte dei tedeschi anche la presenza degli uomini della Xª Flottiglia MAS comandata del tenente Ongarillo Ungarelli. Gli abitanti furono portati nella piazza principale e divisi tra uomini e donne. Dal gruppo degli uomini furono tratti i dodici morituri.

Ma autonomamente il capitano Krumhaar stabilì di incendiare il paese con i lanciafiamme e di far pagare una taglia di 300.000 lire come risarcimento.

Successivamente furono fatti sgombrare con la forza i residenti e il paese fu bruciato. Fino al giorno dopo fu impedito ai residenti di rientrare nel paese e di recuperare le salme per dar loro sepoltura.