Dramma

L’ultimo saluto a don Matteo tra silenzio, lacrime e domande

Il vescovo Brambilla ha presieduto il funerale del giovane sacerdote si è tolto la vita nella notte tra il 4 e il 5 luglio

L’ultimo saluto a don Matteo tra silenzio, lacrime e domande
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Martedì 8 luglio, la comunità di Cannobio si è stretta attorno alla memoria di don Matteo Balzano, il giovane sacerdote diocesano scomparso tragicamente nella notte tra venerdì 4 e sabato 5 luglio.

L’ultimo saluto a don Matteo

Vicario parrocchiale e responsabile dell’oratorio “don Silvio Gallotti”, don Matteo, 35 anni, si è tolto la vita nell’abitazione dell’oratorio, lasciando sgomenta un’intera città.

A presiedere le esequie nella collegiata di San Vittore, gremita fino all’ultimo banco, è stato il vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla. Con lui decine di sacerdoti, i familiari di don Matteo, i giovani dell’oratorio che lo seguivano con affetto, e tantissimi fedeli increduli e addolorati.

Le tre domande del vescovo

Durante l’omelia, il vescovo Brambilla ha voluto affidare alla comunità tre domande profonde, nate dal dolore per la morte di don Matteo.

«Cosa dice a noi sacerdoti la sua morte? Cosa dice ai giovani che lo seguivano? E cosa dice a tutte le famiglie e alla città di Cannobio?». Domande – ha detto – «a cui forse non possiamo dare risposte, ma che possiamo almeno balbettare nella fede».

Rivivendo la Passione del Signore attraverso le letture ambrosiane, il vescovo ha parlato del senso pasquale del ministero sacerdotale: un “passaggio” che si compie accanto a Cristo anche nei momenti più bui. «Dobbiamo imparare a non nasconderci di fronte alle nostre paure – ha sottolineato – e a trovare, nei rapporti fraterni, linguaggi di accoglienza e comunione».

La voce dei giovani

A dare voce al dolore dei ragazzi dell’oratorio è stata Alessia, che ha letto un testo scritto insieme agli altri giovani:

«Caro don Matteo – ha detto – sei stato più del nostro “don”, più del nostro confessore e guida. Sei stato un amico sincero. Il nostro rapporto con te non è finito, si è solo trasformato. Sarai sempre con noi».

Parole semplici e potenti, cariche di gratitudine e nostalgia.

Il richiamo alla cura dell’anima

Infine, rivolgendosi alle famiglie e all’intera comunità, il vescovo ha parlato dell’urgenza di rimettere “al centro la cura dell’anima”, troppo spesso soffocata da priorità superficiali.

«Il dolore per don Matteo – ha detto – potrà forse diventare strada per riscoprire ciò che conta davvero».

In chiusura, ha voluto leggere un haiku (forma poetica giapponese) composto nei giorni scorsi, dopo aver incontrato i giovani dell’oratorio:

Dolce fratello
giovani orfani affranti
pianto infinito

«Non so quando il mio cuore smetterà di piangere», ha concluso.

La cerimonia a Grignasco

Nel pomeriggio, la salma di don Matteo è stata accompagnata a Grignasco, suo paese natale, per una seconda celebrazione funebre presieduta da dom Adriano Ciocca Vasino, vescovo missionario in Brasile e anch’egli originario della comunità valsesiana. Anche lì, la commozione è stata profonda.

Don Matteo Balzano era stato ordinato sacerdote nel 2017. Aveva prestato servizio a Castelletto sopra Ticino fino al 2023, poi al Santuario di Re, prima di giungere a Cannobio, dove – come ha ricordato il sindaco Gianmaria Minazzi – «aveva fatto risorgere l’oratorio». Solo poche ore prima della tragedia, don Matteo aveva partecipato con entusiasmo alla tombola conclusiva del Grest, tra sorrisi e bambini.

Ora resta il silenzio, e il bisogno – come ha detto la Diocesi – di affidarsi al Dio della misericordia, “Colui che scruta e conosce i cuori”.