Vergante in lutto per Enzo Pirazzi, il Re degli autobus
Il ricordo della figlia: "Amava il suo lavoro, Nebbiuno e i nebbiunesi"

Vergante e Nebbiuno sono in lutto per la scomparsa di Enzo Pirazzi, titolare dell'omonima compagnia di autobus.
Addio a Enzo Pirazzi
"Non era un imprenditore che amava stare dietro la scrivania: guidava per dare il buon esempio e perché amava il suo lavoro". Sono parole di Marianna Pirazzi, figlia di Enzo, il quale si è spento giovedì 15 maggio. Titolare dell'omonima ditta di autotrasporti, era nato il 30 settembre 1946 e lascia anche la moglie Lidia e la sorella Carmen. Era apprezzato per la come era riuscito a guidare negli anni la sua azienda, ma anche per le sue spiccate doti umane. Di carattere garbato e gentile con il prossimo, si è distinto per aver messo a disposizione i suoi pullman anche per alcuni servizi di interesse per la comunità.
Una lunga storia aziendale
"La Pirazzi nacque nel 1948 con Giovanni, mio nonno e suo padre - racconta Marianna - utilizzò un residuato bellico americano riadattandolo per fare servizio pubblico. Il nonno morì in giovane età e per un periodo portò avanti l'azienda mia nonna Rosetta. Poi, al compimento dei 18 anni, mio papà cominciò ad avere un ruolo determinante. Ricordava con affetto quando per il compleanno dei 10 anni gli regalarono una borsa da bigliettaio di cui andava fiero. Fin da bambino ha sempre voluto dare il suo contributo in quella professione. Ha sempre amato Nebbiuno e i nebbiunesi: tanti ricordano il fatto che offrì il trasporto gratuito delle persone nel corso della Sagra della transumanza o dei bambini in occasione della Festa degli alberi. Ha poi messo a disposizione uno dei suoi autobus per arrivare in territorio ucraino a portare cibo e medicine. Al ritorno, sul mezzo salirono invece donne e bambini in fuga dalla guerra. Ricordando anche un suo zio che è risultato disperso nella battaglia di Russia nel 1943, ha riservato la stanza di una casa di sua proprietà al Gruppo Alpini nebbiunese che ne ha fatto la sua sede. Per me è stato il papà migliore che si potesse desiderare, molto presente anche con la famiglia allargata di amici e dipendenti. Mi portava a casa regali quando io ero bambina e lui accompagnava gli studenti nelle gite scolastiche. Una volta mi promise un dono grandissimo e si presentò al ritorno con un pullman nuovo. Era questo il suo spirito".
Il ricordo dei dipendenti
"Enzo era un uomo come pochi, forse troppo buono per questo mondo - commenta Donatella Travaglini a nome dei dipendenti - era di poche parole, ma di una simpatia unica. Noi gli abbiamo voluto veramente bene. Veniva sempre incontro a ogni esigenza dei suoi ragazzi".