I protagonisti del nostro Pallone d'oro: Nicolas Zanetti della Cannobiese
«Javier è più di uno zio, è il mio padrino e a lui devo tanto» racconta a proposito del suo parente illustre

Mentre i protagonisti della nostra iniziativa dedicata al calcio dilettantistico e giovanile dei club delle province di Novara e del Vco, iscritti ai campionati gestiti dalla Figc si preparano al rush finale, vi proponiamo le interviste pubblicate sul nostro bisettimanale nel corso di queste settimane.
Un modo per conoscere meglio i calciatori che stanno animando dallo scorso mese di febbraio il nostro gioco.
I protagonisti del nostro "Pallone d'oro": Nicolas Zanetti
Nicolas Zanetti è ormai una conoscenza piuttosto assodata del calcio targato Vco e alto Novarese. In questa stagione è tornato a giocare in Italia dopo aver militato per parecchio tempo in Svizzera e per una breve parentesi in Spagna. Veste la maglia della Cannobiese (Prima Categoria, girone A) e si sta togliendo delle belle soddisfazioni.
«Ho ritrovato un campionato davvero equilibrato e complicato – racconta uno dei candidati al Pallone d’oro del Corriere di Novara –. Il livello è piuttosto alto, così come la competitività. Devo dire che sia in Spagna sia in Svizzera ho giocato in campionati di buona qualità divertendomi e ritagliandomi alcuni spazi importanti».
I suoi anni più belli nel calcio dilettantistico nostrano li ha vissuti con l’allora Interfarmaci Verbania, con cui ha vinto il campionato di Prima Categoria. «Eravamo davvero un dream team con Talarico in panchina. Sebbene sia passato del tempo continuiamo a sentirci, segno che si era stabilita un’unione profonda» ricorda il nipote d’arte.
Durante il suo percorso giovanile Nicolas ha militato in diversi club professionistici, su tutti Como, Renate e Pro Patria.
Argentino di nascita, è ancora legatissimo al suo Paese. «Ormai è qualche anno che non ci torno ma vorrei andarci il prima possibile per abbracciare i nonni» dice.
Il legame di Nicolas con lo zio Javier è radicato e profondo. «Ero con lui nella finale di Madrid – afferma Nicolas –. Non riusciva a smettere di piangere dopo la vittoria della Champions con la sua Inter. Avevo 16 anni e quindi avevo l’età perfetta per provare le sue stesse emozioni. Fu una serata speciale».
E ancora: «Javier mi ha insegnato tanto, innanzitutto la dedizione al lavoro e il senso del dovere in campo così come nella vita di tutti i giorni. E poi l’onestà nei confronti di chi gravita intorno a te. Aveva e ha una cura maniacale del suo corpo. Vi assicuro che è in formissima anche oggi nonostante si sia ritirato da qualche tempo. L’ho sempre preso come un esempio positivo nella mia vita e sono stato fortunato a crescere al suo fianco. Cerchiamo di vederci quanto più possibile, compatibilmente con i suoi impegni. Molto spesso lo raggiungo a Milano e passiamo del tempo assieme, ma raramente giochiamo a calcio».
Nicolas è un classe 1994, risiede ormai da tempo a Verbania e ha le idee chiare sul suo futuro nel calcio. «Voglio proseguire finché il mio fisico mi supporterà perché nel rettangolo verde mi diverto e scarico tutto» conclude.