Superdì, la vicenda arriva a Roma

Superdì, la vicenda arriva a Roma
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Superdì, la vicenda arriva a Roma. Giovedì presidio dei lavoratori dei supermercati e incontro con il viceprefetto.

Superdì, la vicenda arriva a Roma

Approderà nei prossimi giorni sui tavoli del Ministero del Lavoro la vicenda dei supermercati presenti in alcune località del novarese con i marchi “Superdì” e “Diperdì” la cui prosecuzione dell’attività è ritenuta fortemente a rischio. Quattro di loro (quelli di Borgomanero, Oleggio, Cameri e Galliate) hanno già abbassato le “serrande” ad agosto. Il quinto, ubicato a Gozzano, sta proseguendo l’apertura in un clima a dir poco surreale, con i dipendenti che di fatto si ritrovano a “presidiare” un esercizio desolatamente vuoto. Sì, perché la merce, nell’ultimo periodo collocata in vendita con sconti addirittura del cinquanta e poi del settanta per cento, si è rapidamente esaurita, senza che nel frattempo venisse sostituita, lasciando nel più totale sconcerto tanto i lavoratori che la clientela, come ha avuto modo di spiegare Angela Milito, una delle addette del punto vendita cusiano.

Quattro supermercati hanno già chiuso

L’emergenza, hanno fatto sapere i rappresentanti delle organizzazioni sindacali che stanno seguendo l’evolversi della situazione, oltre agli esercizi del Novarese interessa altri supermercati in Lombardia (dove sono collocati il maggior numero di punti vendita di questa catena) e in Liguria, per un totale di un migliaio di addetti (75 in provincia di Novara) occupati in oltre una quarantina di negozi operativi sino a qualche mese fa nel Nord Italia. Anche per questo motivo la vicenda ha assunto connotati “nazionali”. Ben poco si potrà fare, appare però la pessimistica previsione di qualcuno, se a tutti i “vertici” continuano a mancare rappresentanti della proprietà. E’ stato il caso, l’ultimo in ordine di tempo, giovedì mattina, quando una trentina di lavorati degli esercizi novaresi ha manifestato in piazza Matteotti davanti agli uffici della Prefettura.
«Vogliamo il lavoro». E’ stato questo uno degli slogan più “gettonati”, accompagnato però dalla richiesta «di risposte e chiarimenti per il futuro».

superdì gozzano
Il supermercato Superdì di Gozzano desolatamente vuoto

«Vogliamo risposte per il futuro»

«Ci troviamo in aspettativa retribuita… sulla carta - hanno spiegato alcuni dei manifestanti, tra cui la “camerese” Ornella Cerutti - L’ultimo stipendio “intero” che abbiamo ricevuto è stato quello di giugno. Quello di luglio lo abbiamo incassato non nella percentuale che ci era stata promessa. Molti di noi hanno una famiglia, un mutuo da pagare. Non sappiamo proprio cosa fare, come comportarci. In questo momento chiediamo delle risposte, anche perché, a parte un caso isolato (un collega giovane ha dato le dimissioni, riuscendo a trovare immediatamente una nuova collocazione, ndr) non ci troviamo neppure nelle condizioni di poterci cercare un’occupazione alternativa».
Ma come si è arrivati a questo? La risposta è paradossale, perché, «al di là della crisi, si lavorava, e anche bene. Poi purtroppo la merce non è più giunta sui nostri scaffali a causa della chiusura della società di distribuzione. Così ci siamo ritrovati con i punti vendita vuoti e nella situazione di dover mandare via i clienti…».

Vicinanza del mondo istituzionale

Vicinanza ai lavoratori è stata espressa anche dal mondo istituzionale. Giovedì mattina era presente in piazza anche il vicesindaco di Cameri Giuliano Pacileo. Pacileo ha voluto sottolineare «come la nostra Amministrazione stia seguendo tutti gli sviluppi della situazione, cercando di offrire la massima disponibilità per quanto consentito dal nostro ruolo». Lo stesso Pacileo, insieme a una delegazione di lavoratori e dei rappresenti sindacali, ha poi avuto modo di essere ricevuto dal viceprefetto vicario Claudio Ventrice. Al rappresentante del Governo è stata esposta la situazione, ottenendo per il momento un suo concreto interessamento, tradotto nella raccolta di tutta la documentazione necessaria da trasmettere nella Capitale.
Luca Mattioli

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