Rincari stellari di energia e gas: le imprese in grande difficoltà
Appello del presidente degli industriali locali Gianni Filippa a seguito delle maxi bollette.
Rincari stellari di energia e gas. Le imprese in grande difficoltà. «Se aggiungiamo anche gli aumenti dei prezzi delle materie prime, rischiamo la classica tempesta perfetta…»
Rincari stellari per gas ed energia
«Una tempesta perfetta, che potrebbe avere esiti devastanti per la nostra industria». Così Gianni Filippa, presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, definisce l’aumento esponenziale dei costi di elettricità e gas naturale, che sta mettendo in crisi intere filiere produttive e non accenna a diminuire nel breve periodo. E che si aggiunge anche al rincaro delle materie prime. «L’economia italiana, ma anche quella dei nostri territori – spiega Filippa – deve fronteggiare un drammatico aumento dei costi delle commodity energetiche, accompagnato da un significativo aumento dei prezzi delle materie prime».
Qualche numero: il prezzo del gas è passato dai 9,9 centesimi di euro al metro cubo del 2020 ai 49 del 2021, pari quindi a un +396 per cento. Mentre i prezzi dell’energia elettrica sono passati dai 39 euro per MegaWattora del 2020 ai 125 del 2021, pari a una crescita del 222 per cento.
«A questi ritmi – sottolinea Filippa – i costi energetici del 2022 potrebbero più che raddoppiare rispetto all’anno scorso, diventando insostenibili per molte aziende, che rischiano di dover interrompere l’attività. Purtroppo, non in tutti i Paesi nostri concorrenti sta succedendo la stessa cosa; per citare un esempio a noi vicino, in Francia il governo lo scorso ottobre ha allocato all’industria circa 100 TeraWattora, vale a dire il 25 per cento della produzione nazionale, al prezzo di 42,2 euro al MegaWattora, e la scorsa settimana ha aumentato il contingente di energia prodotto da centrali nucleari per l’industria di un ulteriore 20 per cento, una misura che su base annua è stimata in 20 miliardi di euro in valore».
Ma Filippa vuole puntualizzare il senso del suo intervento: «Non dico questo per dare voce a una diffusa e comprensibile lamentela, ma soprattutto per stimolare tutti, a ogni livello, a rimboccarsi le maniche, a pensare soluzioni, a cercare strategie. Non piangiamoci addosso, cerchiamo strade nuove per affrontare il problema».
Al livello più alto, il sistema Confindustria chiede al governo italiano alcune misure urgenti, come l’abbattimento degli oneri di sistema per gli impegni di potenza superiori ai 16,5 KiloWattora nel settore elettrico e l’aumento delle aliquote di agevolazione per le componenti parafiscali della bolletta nei limiti previsti dalla normativa europea. Si punta anche all’incremento della produzione nazionale di gas naturale di almeno tre miliardi di metri cubi. E altre ipotesi.
«Importante – aggiunge il presidente di Cnvv – è anche una modifica strutturale del sistema gas europeo attraverso un nuovo meccanismo tra Stati membri che eviti la creazione di barriere tariffarie. Dobbiamo, inoltre, arrivare a una progressiva diversificazione delle direttrici di approvvigionamento del metano».
Riguardo invece il mercato elettrico, Filippa cita il lavoro del consorzio San Giulio, la società per i servizi energetici di Cnvv, che «sta riuscendo a compensare, seppur parzialmente, l’aumento dei costi grazie a una gestione ad “Active Portfolio Management”. In mancanza di interventi strutturali da parte governativa, però, anche il nostro impegno diretto potrebbe rivelarsi insufficiente, con conseguenze irreparabili per il sistema manifatturiero».