Piantanida (Insieme per Novara): al ballottaggio voterò Ballarè

Piantanida (Insieme per Novara): al ballottaggio voterò Ballarè
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NOVARA, Lettera di Romano Piantanida, già candidato sindaco della lista civica “Insieme per Novara”, ai suoi elettori. Una lettera nella quale li invita a confermare la fiducia all’attuale primo cittadino di Novara, Andrea Ballarè.“Come sa chi ha seguito la nostra campagna elettorale, la nostra lista si è sempre definita apolitica – scrive Piantanida - Apolitico, non vuol dire antipolitico e non vuol nemmeno dire che si ritengono tutte sullo stesso piano le differenti proposte politiche. Tra la democrazia e il suo contrario c’è una differenza che può e deve essere sottolineata. Per quanto mi riguarda, non posso dimenticare di essere figlio di un combattente internato in un campo di prigionia tedesco per non aver aderito alla Rsi, e ne sono orgoglioso. No, nel nostro definirci apolitici, intendevamo dire che non volevamo caratterizzare politicamente una tornata elettorale amministrativa, facendovi riverberare le aspre polemiche che caratterizzano la vita politica nazionale, a detrimento del primo piano che meritano i nostri tanti problemi locali, che necessitano invece di un’attenzione scrupolosa e tempestiva e di soluzioni affidate ad un’amministrazione onesta e di buon senso. Non abbiamo cambiato idea. Chi è novarese come me sa che il Palazzo del Governo non è il Municipio, ma è di fronte al municipio: è la Prefettura. Spetta alla Prefettura garantire i diritti di tutti, al Municipio spetta erogare dei servizi. Governo e amministrazione non sono la stessa cosa. Non abbiamo dunque paura che un’eventuale vittoria della Lega possa mettere in pericolo, o anche solo in forse, i diritti di chicchessia, e non esiteremmo a votarla se avesse dato prova di saper amministrare la città con quei criteri del buon padre di famiglia che la legge impone. Ma – sostiene Piantanida - così non è stato. Mi limiterò a ricordare tre questioni: l’appalto, gestione inclusa, della nuova piscina coperta e i suoi onerosissimi strascichi, la voragine di bilancio nella gestione del teatro Coccia, il contratto capestro per la costruzione del parcheggio sotterraneo”.Sono stati episodi, scrive Piantanida, “di cattiva amministrazione che hanno immobilizzato e distratto somme notevoli, sottraendole agli investimenti per lo sviluppo della città. Rispetto a questi errori si deve ammettere che la giunta di Ballarè è riuscita in qualche modo a ridurre il danno e che chiunque amministrerà dopo di lui lo farà con i vantaggi di un bilancio in gran parte risanato, vantaggi di cui non ha potuto usufruire il sindaco uscente, avendo impiegato i cinque anni della sua gestione per contenere i danni di un decennio amministrativo leghista”.“Sarebbe un’ironia della sorte, o forse una miopia dell’elettorato – sostiene Piantanida – se chi ha fatto il danno tornasse ad amministrare allegramente, approfittando dei risparmi (che non generano popolarità) fatti per rimediare ai suoi stessi errori. La scarsa attitudine alla saggia amministrazione non si valuta solo guardando a fatti macroscopici, ma anche prestando attenzione a questioni di relativamente minor calibro, ad esempio l’arredo urbano. Anche qui bisogna pensare che una statua o altra opera architettonica non sono spese necessarie e indifferibili, come l’acquisto di un autobus o la costruzione di un asilo nido. Ma sono pur sempre il biglietto da visita della città ed è quindi giusto concedersi anche qualcuna di queste spese “voluttuarie”. Ma proprio perché non sono spese di tassativa necessità, vanno ponderate bene, scelte con criteri trasparenti e devono sembrare convincenti. Ammetto che qui è forse una questione di gusti, ma debbo dire che non mi sono parsi convincenti né il già arrugginito arco trionfale di S. Agabio, né la statua di Icaro, collocata marginalmente in piazza Gramsci, né la torre di cristallo che circonda i resti romani all’Angolo delle Ore. Mi chiedo chi abbia scelto, con quali criteri estetici e, soprattutto, quanto siano costate. Che dire poi, della ricostruzione della torre del castello, straordinariamente simile a quelle dell’outlet di Vicolungo? Era in offerta? E il retrostante ponte da far west?”.E ancora: “Sul proseguo dei lavori di recupero del castello e sui progetti di destinazione d’uso, dobbiamo invece dire che la giunta uscente ha lavorato bene, così come si è anche data da fare per un utilizzo non estemporaneo degli spazi di Casa Bossi…. Si poteva fare di più, certamente, e si poteva fare meglio, ma il poco è già tanto rispetto al nulla a cui eravamo abituati. Altre cose, invece, non andavano fatte, o fatte in altro modo. Su Agognate si è ancora in tempo per cambiare idea, anche il piano Musa deve essere modificato e vanno ristudiati tempistica e percorsi delle navette Sun. Tirate le somme, considerato che un quinquennio basta a mala pena per il rodaggio della macchina amministrativa, non ho difficoltà a dichiarare che anch’io opto per il meno peggio (ma sul piano amministrativo, non su quello politico) e invito a confermare la fiducia nel non sempre accattivante Ballarè per i prossimi cinque anni. Il mio pugno di elettori è naturalmente libero di comportarsi secondo coscienza, ma io li invito – conclude Piantanida - a prendere seriamente in considerazione le questioni a cui ho accennato in queste righe. Una riflessione che ho fatto senza alcun interesse, come sempre”.mo.c.

NOVARA, Lettera di Romano Piantanida, già candidato sindaco della lista civica “Insieme per Novara”, ai suoi elettori. Una lettera nella quale li invita a confermare la fiducia all’attuale primo cittadino di Novara, Andrea Ballarè.“Come sa chi ha seguito la nostra campagna elettorale, la nostra lista si è sempre definita apolitica – scrive Piantanida - Apolitico, non vuol dire antipolitico e non vuol nemmeno dire che si ritengono tutte sullo stesso piano le differenti proposte politiche. Tra la democrazia e il suo contrario c’è una differenza che può e deve essere sottolineata. Per quanto mi riguarda, non posso dimenticare di essere figlio di un combattente internato in un campo di prigionia tedesco per non aver aderito alla Rsi, e ne sono orgoglioso. No, nel nostro definirci apolitici, intendevamo dire che non volevamo caratterizzare politicamente una tornata elettorale amministrativa, facendovi riverberare le aspre polemiche che caratterizzano la vita politica nazionale, a detrimento del primo piano che meritano i nostri tanti problemi locali, che necessitano invece di un’attenzione scrupolosa e tempestiva e di soluzioni affidate ad un’amministrazione onesta e di buon senso. Non abbiamo cambiato idea. Chi è novarese come me sa che il Palazzo del Governo non è il Municipio, ma è di fronte al municipio: è la Prefettura. Spetta alla Prefettura garantire i diritti di tutti, al Municipio spetta erogare dei servizi. Governo e amministrazione non sono la stessa cosa. Non abbiamo dunque paura che un’eventuale vittoria della Lega possa mettere in pericolo, o anche solo in forse, i diritti di chicchessia, e non esiteremmo a votarla se avesse dato prova di saper amministrare la città con quei criteri del buon padre di famiglia che la legge impone. Ma – sostiene Piantanida - così non è stato. Mi limiterò a ricordare tre questioni: l’appalto, gestione inclusa, della nuova piscina coperta e i suoi onerosissimi strascichi, la voragine di bilancio nella gestione del teatro Coccia, il contratto capestro per la costruzione del parcheggio sotterraneo”.Sono stati episodi, scrive Piantanida, “di cattiva amministrazione che hanno immobilizzato e distratto somme notevoli, sottraendole agli investimenti per lo sviluppo della città. Rispetto a questi errori si deve ammettere che la giunta di Ballarè è riuscita in qualche modo a ridurre il danno e che chiunque amministrerà dopo di lui lo farà con i vantaggi di un bilancio in gran parte risanato, vantaggi di cui non ha potuto usufruire il sindaco uscente, avendo impiegato i cinque anni della sua gestione per contenere i danni di un decennio amministrativo leghista”.“Sarebbe un’ironia della sorte, o forse una miopia dell’elettorato – sostiene Piantanida – se chi ha fatto il danno tornasse ad amministrare allegramente, approfittando dei risparmi (che non generano popolarità) fatti per rimediare ai suoi stessi errori. La scarsa attitudine alla saggia amministrazione non si valuta solo guardando a fatti macroscopici, ma anche prestando attenzione a questioni di relativamente minor calibro, ad esempio l’arredo urbano. Anche qui bisogna pensare che una statua o altra opera architettonica non sono spese necessarie e indifferibili, come l’acquisto di un autobus o la costruzione di un asilo nido. Ma sono pur sempre il biglietto da visita della città ed è quindi giusto concedersi anche qualcuna di queste spese “voluttuarie”. Ma proprio perché non sono spese di tassativa necessità, vanno ponderate bene, scelte con criteri trasparenti e devono sembrare convincenti. Ammetto che qui è forse una questione di gusti, ma debbo dire che non mi sono parsi convincenti né il già arrugginito arco trionfale di S. Agabio, né la statua di Icaro, collocata marginalmente in piazza Gramsci, né la torre di cristallo che circonda i resti romani all’Angolo delle Ore. Mi chiedo chi abbia scelto, con quali criteri estetici e, soprattutto, quanto siano costate. Che dire poi, della ricostruzione della torre del castello, straordinariamente simile a quelle dell’outlet di Vicolungo? Era in offerta? E il retrostante ponte da far west?”.E ancora: “Sul proseguo dei lavori di recupero del castello e sui progetti di destinazione d’uso, dobbiamo invece dire che la giunta uscente ha lavorato bene, così come si è anche data da fare per un utilizzo non estemporaneo degli spazi di Casa Bossi…. Si poteva fare di più, certamente, e si poteva fare meglio, ma il poco è già tanto rispetto al nulla a cui eravamo abituati. Altre cose, invece, non andavano fatte, o fatte in altro modo. Su Agognate si è ancora in tempo per cambiare idea, anche il piano Musa deve essere modificato e vanno ristudiati tempistica e percorsi delle navette Sun. Tirate le somme, considerato che un quinquennio basta a mala pena per il rodaggio della macchina amministrativa, non ho difficoltà a dichiarare che anch’io opto per il meno peggio (ma sul piano amministrativo, non su quello politico) e invito a confermare la fiducia nel non sempre accattivante Ballarè per i prossimi cinque anni. Il mio pugno di elettori è naturalmente libero di comportarsi secondo coscienza, ma io li invito – conclude Piantanida - a prendere seriamente in considerazione le questioni a cui ho accennato in queste righe. Una riflessione che ho fatto senza alcun interesse, come sempre”.mo.c.