Aumenta l’ottimismo nell’industria novarese

Aumenta l’ottimismo nell’industria novarese
Pubblicato:

NOVARA - Aumenta l’ottimismo nell’industria novarese. Secondo le previsioni congiunturali elaborate dall’Associazione Industriali di Novara per il secondo trimestre del 2017, il saldo tra gli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quelli che sono pessimisti sull’incremento della produzione raggiunge i valori più alti dell'ultimo decennio, balzando a 21,5 punti rispetto ai precedenti 7,1 e mantenendosi molto superiore alla media piemontese, a 16,9 punti. Su livelli elevati si portano anche i saldi ottimisti/pessimisti relativi alle attese di ordini totali (19,1 punti rispetto ai precedenti 5,3, con un dato regionale a 16,2 punti) e di ordini esteri (10,6 punti, rispetto ai precedenti 8,2 e ai 9,9 piemontesi).
Sui massimi è anche l’indicatore relativo agli investimenti “significativi”, programmati dal 38,2% delle aziende (rispetto al precedente 31,3% e al 27,9% regionale), mentre le intenzioni di investimenti “marginali” calano lievemente, dal 47,8% al 43,5%, situandosi al di sotto della media regionale (46,6%). Prosegue nella discesa, toccando nuovi minimi storici, la percentuale di imprese che dichiarano ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti: oggi sono il 22,3%, a fronte del precedente 25,7% e del 32,8% piemontese.
«Queste rilevazioni – commenta il presidente dell’Ain, Fabio Ravanelli – sono decisamente positive e fanno ben sperare in una svolta, quantomeno di medio periodo, che potrà essere sostenuta a livello strutturale dalla ripresa degli investimenti in impianti innovativi. Gli indicatori, pur con un andamento altalenante, sono stabilmente in territorio positivo dalla primavera del 2015. Attendiamo i prossimi riscontri per verificare l’intensità e, soprattutto, la solidità di questo trend».
L’ottimismo caratterizza anche il mercato del lavoro, con un saldo ottimisti/pessimisti sulle aspettative di allargamento della base occupazionale che balza a 15,2 punti rispetto ai precedenti 6,9 (10,9 la media regionale), di pari passo con il forte calo (dal 3,5% all’1,5%, nuovo minimo decennale, a fronte dell’8,3% piemontese) della percentuale di aziende che dichiarano di voler fare ricorso alla Cassa integrazione guadagni. «Su questo fronte – osserva il direttore dell’Ain, Aureliano Curini – la cautela è d’obbligo, perché se da un lato non possiamo che commentare positivamente dati così significativi, dall’altro non dobbiamo dimenticare che le dinamiche occupazionali non sono sempre direttamente correlate con l’andamento della produzione e le sue prospettive di breve termine».
A livello settoriale, si condolidano le aspettative positive sia nel metalmeccanico, con saldi ottimisti/pessimisti che passano da 11,4 a 20,5 punti per la produzione, da 11,1 a 20 punti per gli ordini totali e da 9,1 a 16,2 per gli ordini esteri, sia nel chimico, dove i saldi ottimisti/pessimisti sulla produzione toccano i massimi degli ultimi tre anni, a 30,4 punti. Inverte la tendenza il tessile/abbigliamento, dove i saldi relativi alle attese di produzione e di ordini ritornano positivi, mentre l’alimentare prosegue nell’inversione di tendenza registrata nelle precedenti tre rilevazioni, con saldi ottimisti/pessimisti su produzione e ordini entrambi a zero punti.

NOVARA - Aumenta l’ottimismo nell’industria novarese. Secondo le previsioni congiunturali elaborate dall’Associazione Industriali di Novara per il secondo trimestre del 2017, il saldo tra gli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quelli che sono pessimisti sull’incremento della produzione raggiunge i valori più alti dell'ultimo decennio, balzando a 21,5 punti rispetto ai precedenti 7,1 e mantenendosi molto superiore alla media piemontese, a 16,9 punti. Su livelli elevati si portano anche i saldi ottimisti/pessimisti relativi alle attese di ordini totali (19,1 punti rispetto ai precedenti 5,3, con un dato regionale a 16,2 punti) e di ordini esteri (10,6 punti, rispetto ai precedenti 8,2 e ai 9,9 piemontesi).
Sui massimi è anche l’indicatore relativo agli investimenti “significativi”, programmati dal 38,2% delle aziende (rispetto al precedente 31,3% e al 27,9% regionale), mentre le intenzioni di investimenti “marginali” calano lievemente, dal 47,8% al 43,5%, situandosi al di sotto della media regionale (46,6%). Prosegue nella discesa, toccando nuovi minimi storici, la percentuale di imprese che dichiarano ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti: oggi sono il 22,3%, a fronte del precedente 25,7% e del 32,8% piemontese.
«Queste rilevazioni – commenta il presidente dell’Ain, Fabio Ravanelli – sono decisamente positive e fanno ben sperare in una svolta, quantomeno di medio periodo, che potrà essere sostenuta a livello strutturale dalla ripresa degli investimenti in impianti innovativi. Gli indicatori, pur con un andamento altalenante, sono stabilmente in territorio positivo dalla primavera del 2015. Attendiamo i prossimi riscontri per verificare l’intensità e, soprattutto, la solidità di questo trend».
L’ottimismo caratterizza anche il mercato del lavoro, con un saldo ottimisti/pessimisti sulle aspettative di allargamento della base occupazionale che balza a 15,2 punti rispetto ai precedenti 6,9 (10,9 la media regionale), di pari passo con il forte calo (dal 3,5% all’1,5%, nuovo minimo decennale, a fronte dell’8,3% piemontese) della percentuale di aziende che dichiarano di voler fare ricorso alla Cassa integrazione guadagni. «Su questo fronte – osserva il direttore dell’Ain, Aureliano Curini – la cautela è d’obbligo, perché se da un lato non possiamo che commentare positivamente dati così significativi, dall’altro non dobbiamo dimenticare che le dinamiche occupazionali non sono sempre direttamente correlate con l’andamento della produzione e le sue prospettive di breve termine».
A livello settoriale, si condolidano le aspettative positive sia nel metalmeccanico, con saldi ottimisti/pessimisti che passano da 11,4 a 20,5 punti per la produzione, da 11,1 a 20 punti per gli ordini totali e da 9,1 a 16,2 per gli ordini esteri, sia nel chimico, dove i saldi ottimisti/pessimisti sulla produzione toccano i massimi degli ultimi tre anni, a 30,4 punti. Inverte la tendenza il tessile/abbigliamento, dove i saldi relativi alle attese di produzione e di ordini ritornano positivi, mentre l’alimentare prosegue nell’inversione di tendenza registrata nelle precedenti tre rilevazioni, con saldi ottimisti/pessimisti su produzione e ordini entrambi a zero punti.

Seguici sui nostri canali