A Bogomanero "un pezzo" di mondo in piazza
Colori, lingue e culture da conoscere e condividere: da Marocco, Senegal, Vietnam, Ghana, Albania, Bosnia, Camerun, Croazia, Eritrea, Etiopia, Kurdistan e Romania.

Di scena lo scorso weekend a Borgomanero la “Festa dei popoli” ideata quattro anni fa da Sergio Vercelli, ex presidente del Ciss e da molto tempo impegnato come volontario in numerosi progetti di solidarietà sia in Italia che all’estero.
Borgomanero, popoli in festa


Borgomanero festa popoli 2019
Borgomanero festa popoli 2019



Borgomanero, festa dei popoli 2019
Borgomanero, festa dei popoli 2019
Tanti colori, tante lingue, tante culture hanno caratterizzato lo scorso weekend la “Festa dei popoli”. A fare da bella cornice all’evento la centrale piazza Martiri dove gli appartenenti alle varie etnie hanno allestito i loro stand accanto a quelli realizzati dagli studenti degli istituti comprensivi Borgomanero 1 e 2, da Itis “Leonardo da Vinci”, Cri, Caritas, Auser, Fondazione Marazza e da altre realtà locali. A rendere viva la festa, intesa come momento di aggregazione e condivisione, offrendo ai passanti i prodotti tipici della loro terra di origine sono state le rappresentanze di Marocco, Senegal, Vietnam, Ghana, Albania, Bosnia, Camerun, Croazia, Eritrea, Etiopia, Kurdistan e Romania. La parte del leone l’ha fatta la comunità ucraina che in città è presente con circa 600 residenti, in larga parte donne occupate nelle famiglie come badanti o collaboratrici domestiche.
Anche la marcia dela fraternità
I vari gruppi si sono poi esibiti con musiche, canti e danze prima di dare vita, con la presenza dell’assessore alla cultura Francesco Valsesia della “marcia di fraternità” alla quale ha partecipato anche don Giorgio Borroni, responsabile della Caritas e del Centro missionario diocesano che ha posto l’accento sul significato della festa. «Oggi – ha detto – si respira un’atmosfera di condivisione, di aiuto reciproco, senza steccati, differenze e divisioni». La manifestazione è culminata in serata con l’intervento di diversi indios Yawalapiti la cui sopravvivenza viene messa a rischio a seguito delle decisioni del governo brasiliano che rischiano di compromettere la foresta amazzonica, una delle maggiori riserve di biodiversità del pianeta.
Carlo Panizza