Cerimonia

Castelletto ha ricordato i 5 martiri partigiani fucilati al porto

Particolarmente commovente l'intervento di Michela Cella

Castelletto ha ricordato i 5 martiri partigiani fucilati al porto
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Castelletto ha ricordato questa mattina il sacrificio dei 5 martiri partigiani barbaramente uccisi al porto dalla Decima Mas il 1° novembre del 1944.

Castelletto ha ricordato i suoi martiri

Luigi Barbieri, Teresio Clari, Ernesto Colombo, Sergio Gamarra e Luciano Lagno. Sono questi i nomi dei 5 martiri che esattamente 75 anni fa, il 1° novembre 1944, furono barbaramente uccisi al porto di Castelletto per rappresaglia dai militi della Decima Mas. Questa mattina il paese ha ricordato quel sacrificio con una grande manifestazione a cui hanno partecipato i rappresentanti dell'Amministrazione, i volontari delle associazioni e le forze politiche, militari e religiose del territorio.

Una commovente rievocazione di un episodio tragico

Per l'occasione i rappresentanti dell'associazione Stella Alpina di Pombia e quelli dell'Anpi hanno messo in scena una piccola rappresentazione di quel tremendo eccidio. E così Castelletto ha ricordato il momento in cui i militi della Decima Mas portarono 6 partigiani catturati nel corso di un rastrellamento nel Vergante al porto attraverso una barca. Avevano costretto la popolazione ad assistere all'esecuzione, ordinata in seguito all'uccisione di un loro commilitone, e perché il tutto risultasse più drammatico, fermarono addirittura i treni in transito sulla vicina ferrovia. Per limitare le proteste della folla di castellettesi accorsa al porto, il capitano della Decima Ungarelli annunciò che avrebbe "graziato" il più giovane dei sei, Alfonso Boca, che aveva 17 anni. Il ragazzo fu deportato in Germania per diventare un lavoratore forzato al servizio del Reich. Gli altri 5 vennero fatti posizionare di fronte al muro e furono fucilati mentre intonavano con coraggio un canto partigiano. Ungarelli, come estremo gesto di disprezzo nei confronti dei suoi nemici, sparò più volte al viso di Luigi Barbieri, straziandone il cadavere. E questo solo perché il partigiano, prima di morire, aveva chiesto di essere colpito al cuore, perché il suo cadavere rimanesse riconoscibile.

Una cerimonia unica

Nel corso della cerimonia, particolarmente toccante, sono intervenuti il sindaco Massimo Stilo, l'assessore Alessandra Zarini, il capogruppo dell'Ana Marco Cavigioli, il presidente del Ccr Nicholas Thome, don Alberto Brentegani, l'insegnante Michela Cella, la partigiana Costanza Arbeja e gli studenti della Belfanti. Particolarmente commoventi le parole di Cella, la nipote del comandante partigiano Bellini. "Castelletto - ha detto - è terra sacra. Come lo sono tutti i luoghi dove sono morte le persone che rappresentavano la migliore gioventù del loro tempo. Partigiani che hanno sacrificato tutto per un'idea, per la loro scelta. E negli occhi di mio nonno, come in quelli di tutte le persone che hanno vissuto quella tragedia, io ho sempre visto tanta rabbia, tristezza forse, ma mai rassegnazione. Perché credevano e mi hanno insegnato a credere che un futuro migliore può esistere se ognuno si impegna e dimostra il coraggio di scegliere, di essere presente e di non commettere gli errori del passato".

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