Vite invisibili: il Natale dei “barboni” alla stazione

NOVARA - L’allarme è dato dal freddo, la paura è di non riuscire ad arrivare in tempo, il timore è di non essere capaci di raggiungere la disponibilità dell’altro nell’accettare quanto si può offrire. «A volte - spiega Luna, al secolo Tommasa Perdicchia, coordinatrice dei City Angels che in città si dedicano ai senzatetto - anche noi facciamo molta fatica a convincere coloro che hanno fatto della strada la propria casa ad accettare un ricovero diverso. Non vogliono sottostare ad alcuna regola, anche la più banale come può essere quella di entrare ed uscire da un dormitorio pubblico rispettando degli orari. Ma ovviamente per gestire situazioni così complesse, dove dare ad uno, purtroppo può coincedere col dover escludere un altro, un minimo di rispetto e attenzione sono obbligatori e funzionalmente indispensabili. Chi non si presenta per tre sere consecutive, solo per fare un esempio, perde automaticamente il diritto ad avere un posto. Per essere aiutati, è quindi necessario che ci sia una volontà d’ascolto concreta». Ora a scandire il passo sono le rigide temperature di stagione. «Inoltre - aggiunge Luna - dopo la recente ordinanza del sindaco che vieta il ricovero sia nel sottopasso della stazione sia nei sotterranei dell’ospedale, siamo riusciti, grazie soprattutto alla disponibilità dell’assessore Mario Paganini che ha fatto da tramite con i custodi del dormitorio, ad aggiungere una quindicina di posti e soprattutto siamo riusciti a convincere la maggior parte dei nostri ad accettare». Si tratta per lo più di uomini di un’età compresa tra i 35 e i 50 anni «che portano con sè storie di vita davvero difficili dove anche i legami familiari più importanti si sono persi via via nel tempo a causa non solo di una irreversibile povertà economica, ma anche per un’altrettanta marcata impossibilità di comprendersi. Ed è proprio per parlare, per essere ascoltati che alcuni di loro spesso vengono da noi, al mercoledì pomeriggio nella nostra sede in via Lazzarino 4, dove la nostra presenza ha il duplice scopo di interpretare le loro richieste dando di conseguenza delle risposte d’aiuto». Ma c’è chi, come detto, non ne vuole saperne: «E’ il caso da tutti conosciuto di Margherita, uno scricciolo di donna che non arriva ai 60 anni e che vive da tempo in stazione. Nonostante i numerosi tentativi messi in atto non si lascia aiutare. Scappa, fugge, offende, insulta, sputa...e purtroppo a volte, quando incontra altrettanta cocciutaggine, viene picchiata da altri disperati». La strada purtroppo è anche questo: «Si tenta ogni giorno, in ogni situazione di andare incontro, di rimediare. Abbiamo pensato anche di organizzare un momento per regalare loro qualcosa di nuovo. Per dare un segnale di speranza. Se qualcuno volesse aiutarci (340-9019978) avremmo bisogno di tanti... rasoi».Clarissa BrusatiLeggi di più sul Corriere di Novara di giovedì 22 dicembre 2016
NOVARA - L’allarme è dato dal freddo, la paura è di non riuscire ad arrivare in tempo, il timore è di non essere capaci di raggiungere la disponibilità dell’altro nell’accettare quanto si può offrire. «A volte - spiega Luna, al secolo Tommasa Perdicchia, coordinatrice dei City Angels che in città si dedicano ai senzatetto - anche noi facciamo molta fatica a convincere coloro che hanno fatto della strada la propria casa ad accettare un ricovero diverso. Non vogliono sottostare ad alcuna regola, anche la più banale come può essere quella di entrare ed uscire da un dormitorio pubblico rispettando degli orari. Ma ovviamente per gestire situazioni così complesse, dove dare ad uno, purtroppo può coincedere col dover escludere un altro, un minimo di rispetto e attenzione sono obbligatori e funzionalmente indispensabili. Chi non si presenta per tre sere consecutive, solo per fare un esempio, perde automaticamente il diritto ad avere un posto. Per essere aiutati, è quindi necessario che ci sia una volontà d’ascolto concreta». Ora a scandire il passo sono le rigide temperature di stagione. «Inoltre - aggiunge Luna - dopo la recente ordinanza del sindaco che vieta il ricovero sia nel sottopasso della stazione sia nei sotterranei dell’ospedale, siamo riusciti, grazie soprattutto alla disponibilità dell’assessore Mario Paganini che ha fatto da tramite con i custodi del dormitorio, ad aggiungere una quindicina di posti e soprattutto siamo riusciti a convincere la maggior parte dei nostri ad accettare». Si tratta per lo più di uomini di un’età compresa tra i 35 e i 50 anni «che portano con sè storie di vita davvero difficili dove anche i legami familiari più importanti si sono persi via via nel tempo a causa non solo di una irreversibile povertà economica, ma anche per un’altrettanta marcata impossibilità di comprendersi. Ed è proprio per parlare, per essere ascoltati che alcuni di loro spesso vengono da noi, al mercoledì pomeriggio nella nostra sede in via Lazzarino 4, dove la nostra presenza ha il duplice scopo di interpretare le loro richieste dando di conseguenza delle risposte d’aiuto». Ma c’è chi, come detto, non ne vuole saperne: «E’ il caso da tutti conosciuto di Margherita, uno scricciolo di donna che non arriva ai 60 anni e che vive da tempo in stazione. Nonostante i numerosi tentativi messi in atto non si lascia aiutare. Scappa, fugge, offende, insulta, sputa...e purtroppo a volte, quando incontra altrettanta cocciutaggine, viene picchiata da altri disperati». La strada purtroppo è anche questo: «Si tenta ogni giorno, in ogni situazione di andare incontro, di rimediare. Abbiamo pensato anche di organizzare un momento per regalare loro qualcosa di nuovo. Per dare un segnale di speranza. Se qualcuno volesse aiutarci (340-9019978) avremmo bisogno di tanti... rasoi».Clarissa BrusatiLeggi di più sul Corriere di Novara di giovedì 22 dicembre 2016