Vanno a verificare una casa per un sospetto furto e trovano lanciarazzi e munizioni

NOVARA, Vanno a casa sua a seguito della segnalazione di un novarese cui era stata sottratta un’autoradio e nell’abitazione trovano armi, lanciarazzi e anche diversi cellulari, fotocamere digitali, autoradio e navigatori satellitari, che le Forze dell’Ordine – nella fattispecie i Carabinieri di Novara – reputano di provenienza sospetta. Così l’uomo, era il 21 maggio del 2015, finisce con l’essere arrestato per detenzione di armi clandestine (non ne aveva tra l’altro denunciato il possesso) e ricettazione.
Con queste accuse L.Z. di 59 anni, residente in città, è giunto a processo e martedì pomeriggio, in Tribunale collegiale a Novara, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi (il pm Nicola Serianni aveva chiesto una pena di 3 anni e 3 mesi, il difensore, l’avvocato Massimo Barbero, l’assoluzione). Tutto ha inizio, come anticipato, da un furto patito da un novarese. La vittima del furto dell’autoradio vede un’autoradio molto simile alla sua, forse proprio la sua, posta in vendita sul sito Subito.it. Chi la poneva in vendita aveva messo come nickname il cognome dell’attuale imputato e c’era lo stesso cellulare del 59enne. Così, nel fare denuncia ai militari, ha riferito questo elemento e questo sospetto, ossia che l’autore del furto potesse essere L.Z. I militari si recano così nella casa dell’imputato e qui trovano una pistola lanciarazzi, un lanciarazzi a forma di penna, entrambi con la matricola abrasa, e poi molte munizioni: tutto materiale di cui l’uomo non aveva denunciato il possesso. I carabinieri, come anticipato, nell’occasione avevano rintracciato anche prodotti di tecnologia quali telefonini e navigatori satellitari. Non c’era però, come riferisce lo stesso difensore, l’autoradio di cui era stato denunciato il furto. Il 59enne è stato condannato per la detenzione delle armi e la ricettazione dell’autoradio (per la quale c’era, come detto, la denuncia di furto). Per gli altri oggetti rintracciati a casa dell’uomo non è stata trovata alcuna denuncia e quindi non è stata dimostrata alcuna ricettazione. L.Z. ha fornito la sua versione dei fatti (spiegando come avesse agito in buona fede); una versione plausibile, ma che – come sostenuto dal pm – non ha trovato riscontri. L’avvocato Barbero ricorrerà sicuramente in appello.
mo.c.
Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola
NOVARA, Vanno a casa sua a seguito della segnalazione di un novarese cui era stata sottratta un’autoradio e nell’abitazione trovano armi, lanciarazzi e anche diversi cellulari, fotocamere digitali, autoradio e navigatori satellitari, che le Forze dell’Ordine – nella fattispecie i Carabinieri di Novara – reputano di provenienza sospetta. Così l’uomo, era il 21 maggio del 2015, finisce con l’essere arrestato per detenzione di armi clandestine (non ne aveva tra l’altro denunciato il possesso) e ricettazione.
Con queste accuse L.Z. di 59 anni, residente in città, è giunto a processo e martedì pomeriggio, in Tribunale collegiale a Novara, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi (il pm Nicola Serianni aveva chiesto una pena di 3 anni e 3 mesi, il difensore, l’avvocato Massimo Barbero, l’assoluzione). Tutto ha inizio, come anticipato, da un furto patito da un novarese. La vittima del furto dell’autoradio vede un’autoradio molto simile alla sua, forse proprio la sua, posta in vendita sul sito Subito.it. Chi la poneva in vendita aveva messo come nickname il cognome dell’attuale imputato e c’era lo stesso cellulare del 59enne. Così, nel fare denuncia ai militari, ha riferito questo elemento e questo sospetto, ossia che l’autore del furto potesse essere L.Z. I militari si recano così nella casa dell’imputato e qui trovano una pistola lanciarazzi, un lanciarazzi a forma di penna, entrambi con la matricola abrasa, e poi molte munizioni: tutto materiale di cui l’uomo non aveva denunciato il possesso. I carabinieri, come anticipato, nell’occasione avevano rintracciato anche prodotti di tecnologia quali telefonini e navigatori satellitari. Non c’era però, come riferisce lo stesso difensore, l’autoradio di cui era stato denunciato il furto. Il 59enne è stato condannato per la detenzione delle armi e la ricettazione dell’autoradio (per la quale c’era, come detto, la denuncia di furto). Per gli altri oggetti rintracciati a casa dell’uomo non è stata trovata alcuna denuncia e quindi non è stata dimostrata alcuna ricettazione. L.Z. ha fornito la sua versione dei fatti (spiegando come avesse agito in buona fede); una versione plausibile, ma che – come sostenuto dal pm – non ha trovato riscontri. L’avvocato Barbero ricorrerà sicuramente in appello.
mo.c.
Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola