Una “rete” per fermare i cinghiali

Una “rete” per fermare i cinghiali
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Una “rete” contro i cinghiali. Per cercare di arginare un problema che sta diventando sempre più pressante per gli agricoltori e che, solo nel tratto del Parco del Ticino compreso tra Bellinzago e Varallo Pombia, ha causato sinora danni stimati per 80.000 euro.
E’ stata presentata in Provincia la convenzione stipulata con Parco del Ticino e Atc (Ambito territoriale di caccia) che, per la prima volta, unisce sotto lo stesso “cappello” le attività di contrasto ai cinghiali. «Una collaborazione inedita - ha detto il consigliere provinciale con delega alla Fauna selvatica, Stefano Zanzola - che ci consentirà di avere risultati migliori, soprattutto nelle zone più critiche, quelle nella fascia a margine del Parco. Certo non ci illudiamo di risolvere il problema, ma certo è una bella risposta di sinergia».
Un passo avanti notevole, anche secondo il presidente della Provincia Matteo Besozzi, «che mette in rete le forze e che sta già dando i primi frutti nell’ottica di limitare i danni agli agricoltori».
Finora infatti, le azioni di contenimento dei cinghiali erano state messe in atto in maniera autonoma sia dalla Provincia, sia dal Parco: ciascuno dei due Enti dispone di un piano di controllo. «Per poter ottimizzare gli sforzi ed evitare che gli animali possano spostarsi da una zona all’altra, vanificando i risultati ottenibili - ha detto Zanzola - si è resa necessaria una condivisione del problema tra tutti i soggetti interessati».
Il primo step, ha ricordato il presidente dell’Ente Parco Adriano Fontaneto, «è stato un tavolo tecnico tra Parco, Provincia, Atc e associazioni di categoria degli agricoltori, per costruire un percorso sinergico e riuscire così a dare risposte effettive ai problemi lamentati dagli agricoltori. Il tutto con la supervisione di Prefettura e Carabinieri Forestale, perché si tratta comunque di una materia delicata, in cui occorrono regole certe». Anche perché - ha ribadito Paolo Seitone, consigliere del Parco e rappresentante delle associazioni agricole - «quello dei cinghiali è un fenomeno molto pericoloso, anche dal punto di vista della sicurezza stradale».
La convenzione stipulata, che avrà validità fino al dicembre 2018, prevede la stesura di un calendario di interventi da effettuarsi due giorni la settimana con la tecnica della “girata” (una battuta di caccia con la presenza di un cane “limiere” e un numero massimo di 12 cacciatori, ndr), il martedì e venerdì, sotto il coordinamento del personale del Parco e con la partecipazione della Polizia provinciale e di due agenti messi a disposizione dall’Atc. «Le uscite sono iniziate il 3 novembre e proseguiranno fino al 20 dicembre, per poi riprendere a febbraio - ha detto Angelo Ongaro, responsabile della gestione e del contenimento della fauna selvatica del Parco - La professionalità messa a disposizione dall’Atc ci ha dato una grossa mano. Da quando abbiamo iniziato, abbiamo effettuato sette “girate”, nei territori di Oleggio, Varallo Pombia, Castelletto e Cameri, con l’abbattimento di 24 cinghiali, di cui 18 femmine (nove gravide)».
Soddisfazione per l’accordo raggiunto è stata espressa anche da Alessandro Baroli, presidente dell’Atc No1: «Forse i cacciatori non sono molto contenti - ha detto - ma credo che fosse l’unica cosa da fare per cercare di limitare i danni all’agricoltura». Oltre alla zona del Ticino, Baroli ha posto l’accento anche sull’area di Muggiano (in territorio di Gattico), al confine con il Parco dei Lagoni. «Questa zona nell’ultimo periodo sta avvertendo pesantemente il problema dei cinghiali. Da parte nostra, ci stiamo adoperando per creare una sorta di area “cuscinetto” con addestramento cani e attività venatoria continua, così da dissuadere la presenza di cinghiali».
Laura Cavalli

Una “rete” contro i cinghiali. Per cercare di arginare un problema che sta diventando sempre più pressante per gli agricoltori e che, solo nel tratto del Parco del Ticino compreso tra Bellinzago e Varallo Pombia, ha causato sinora danni stimati per 80.000 euro.
E’ stata presentata in Provincia la convenzione stipulata con Parco del Ticino e Atc (Ambito territoriale di caccia) che, per la prima volta, unisce sotto lo stesso “cappello” le attività di contrasto ai cinghiali. «Una collaborazione inedita - ha detto il consigliere provinciale con delega alla Fauna selvatica, Stefano Zanzola - che ci consentirà di avere risultati migliori, soprattutto nelle zone più critiche, quelle nella fascia a margine del Parco. Certo non ci illudiamo di risolvere il problema, ma certo è una bella risposta di sinergia».
Un passo avanti notevole, anche secondo il presidente della Provincia Matteo Besozzi, «che mette in rete le forze e che sta già dando i primi frutti nell’ottica di limitare i danni agli agricoltori».
Finora infatti, le azioni di contenimento dei cinghiali erano state messe in atto in maniera autonoma sia dalla Provincia, sia dal Parco: ciascuno dei due Enti dispone di un piano di controllo. «Per poter ottimizzare gli sforzi ed evitare che gli animali possano spostarsi da una zona all’altra, vanificando i risultati ottenibili - ha detto Zanzola - si è resa necessaria una condivisione del problema tra tutti i soggetti interessati».
Il primo step, ha ricordato il presidente dell’Ente Parco Adriano Fontaneto, «è stato un tavolo tecnico tra Parco, Provincia, Atc e associazioni di categoria degli agricoltori, per costruire un percorso sinergico e riuscire così a dare risposte effettive ai problemi lamentati dagli agricoltori. Il tutto con la supervisione di Prefettura e Carabinieri Forestale, perché si tratta comunque di una materia delicata, in cui occorrono regole certe». Anche perché - ha ribadito Paolo Seitone, consigliere del Parco e rappresentante delle associazioni agricole - «quello dei cinghiali è un fenomeno molto pericoloso, anche dal punto di vista della sicurezza stradale».
La convenzione stipulata, che avrà validità fino al dicembre 2018, prevede la stesura di un calendario di interventi da effettuarsi due giorni la settimana con la tecnica della “girata” (una battuta di caccia con la presenza di un cane “limiere” e un numero massimo di 12 cacciatori, ndr), il martedì e venerdì, sotto il coordinamento del personale del Parco e con la partecipazione della Polizia provinciale e di due agenti messi a disposizione dall’Atc. «Le uscite sono iniziate il 3 novembre e proseguiranno fino al 20 dicembre, per poi riprendere a febbraio - ha detto Angelo Ongaro, responsabile della gestione e del contenimento della fauna selvatica del Parco - La professionalità messa a disposizione dall’Atc ci ha dato una grossa mano. Da quando abbiamo iniziato, abbiamo effettuato sette “girate”, nei territori di Oleggio, Varallo Pombia, Castelletto e Cameri, con l’abbattimento di 24 cinghiali, di cui 18 femmine (nove gravide)».
Soddisfazione per l’accordo raggiunto è stata espressa anche da Alessandro Baroli, presidente dell’Atc No1: «Forse i cacciatori non sono molto contenti - ha detto - ma credo che fosse l’unica cosa da fare per cercare di limitare i danni all’agricoltura». Oltre alla zona del Ticino, Baroli ha posto l’accento anche sull’area di Muggiano (in territorio di Gattico), al confine con il Parco dei Lagoni. «Questa zona nell’ultimo periodo sta avvertendo pesantemente il problema dei cinghiali. Da parte nostra, ci stiamo adoperando per creare una sorta di area “cuscinetto” con addestramento cani e attività venatoria continua, così da dissuadere la presenza di cinghiali».
Laura Cavalli

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