Truffatori in azione a Castelletto e Varallo Pombia
Soldi spariti

Truffatori in azione a Castelletto e Varallo Pombia.
Truffatori in azione
Ha fatto scalpore nei giorni scorsi la notizia relativa alla presenza di alcuni truffatori che si aggiravano tra le case di Varallo Pombia, di Golasecca e di Castelletto. Soprattutto perché, contrariamente a quello che è lo «schema abitudinario» delle truffe porta a porta, in questo caso i malintenzionati ricorrevano anche a dei complessi travestimenti.
I truffatori
A illustrare il modus operandi dei truffatori, con lo scopo di denunciare l’accaduto e di impedire che altre persone possano rimanere vittime dello stesso inganno, è una donna varalpombiese che nello scorso fine settimana si è vista sottrarre tutti i contanti che erano presenti in casa.
«Tutto è incominciato in tarda mattinata - racconta la donna - mi trovavo a casa e stavo aspettando che arrivasse l’ora per andare a prendere i miei nipotini a scuola. Ad un certo punto si presenta una persona al citofono, suona il campanello e dice semplicemente “Acqua!”. Era vestito da operatore della società del gas e quindi non mi sono insospettita. Sono andata a sentire che cosa volesse, pensando che si trattasse di una semplice lettura del contatore, e dal momento che il tombino con tutte le utenze si trova in cortile ero pronta ad aprirgli la porta. E invece una volta dentro quell’uomo mi ha detto che avrebbe dovuto verificare qualcosa perché l’acqua del circondario era stata infettata con il Covid-19 e che avrebbe dovuto misurare la presenza di determinati parametri nell’acqua delle nostre tubature. Ovviamente quando ha avvicinato l’apparecchio che si era portato dietro ai tubi, questo ha iniziato a suonare». Ma per i truffatori questo era solo l’inizio di un sistema più complesso di raggiro. «A quel punto - continua la donna - mi ha chiesto se fosse possibile vedere anche i rubinetti presenti in casa. Ne stavamo ancora parlando quando si è presentato anche un secondo personaggio, vestito in maniera elegante con qualcosa che sembrava a tutti gli effetti una divisa dei carabinieri. Ha detto all’altro, fingendo di non conoscerlo, che si trovava nei paraggi proprio per lo stesso motivo e che lo avrebbe seguito nelle operazioni di verifica sulle tubature. Una volta in casa la situazione è diventata sempre più strana. Mi hanno chiesto di togliere le spine del televisore dalle prese e di mettere il cellulare nel forno, perché avrebbero dovuto dare dei colpi secchi sulle tubature e qualcosa avrebbe potuto saltare. A quel punto, insospettita dalle loro richieste, ho fatto presente che quella mi sembrava proprio una truffa. E loro mi hanno risposto: “Ma signora, ci offende, comunque chiamiamo il maresciallo così la rassicuriamo e le dimostriamo che le cose stanno proprio come diciamo”. Chiaramente la loro è stata una finta telefonata, ma a quel punto mi è successo qualcosa, credo che mi abbiano spruzzato una sostanza narcotizzante o qualcosa di simile, perché da quell’istante in avanti mi sono sentita intontita e ho fatto esattamente tutto ciò che mi chiedevano. Non ho fatto una piega quando mi hanno chiesto di mettere “per sicurezza” tutti i contanti nel forno, né quando hanno domandato di prendere l’oro presente in casa e di infilare tutto in un borsello. Mi sono ripresa solamente quando, dopo qualche minuto, hanno chiesto di poter verificare il problema con l’acqua anche nell’appartamento di mio fratello. A quel punto ho reagito e probabilmente, visto che si faceva tardi, i due truffatori hanno accettato di andarsene, con la promessa che sarebbero tornati “più tardi”».
Quando la donna ha capito tutto
Una volta che la visita dei due truffatori si è conclusa, la donna ha potuto fare mente locale e si è resa conto di ciò che era accaduto, notando che ovviamente i soldi erano spariti, insieme ad alcuni gioielli di famiglia che avevano un particolare valore affettivo. «Mai avrei pensato che mi sarebbe successa una cosa simile - continua la donna - e credevo di essere preparata a ogni evenienza, ma quando succede proprio a te tutto diventa diverso. E’ stato come se non potessi reagire, se fossi bloccata in una trappola. Tutti i ragionamenti razionali e le domande che avrei potuto fare per mettere in difficoltà i due malintenzionati sono passati in secondo piano e sono riemersi solamente quando tutto era già finito».