Tenta il suicidio, imbottendosi di farmaci mentre guida, si ritrova senza auto e soldi e denuncia una rapina

NOVARA, Si reca dalla Polizia e racconta di essere stato derubato di soldi, cellulare e auto da qualcuno che aveva soccorso perché si trovava in panne con l’automobile. La Polizia dà il via alle indagini, ma a finire con l’essere denunciato, in base a quanto emerso, è il denunciante stesso, colui, ossia, che aveva riferito di essere stato derubato.
Per lui, un italiano, l’accusa è di simulazione di reato. L’episodio risale allo scorso dicembre, ma l’indagine e la relativa denuncia sono di questi giorni. All’epoca aveva riferito di essere rimasto vittima di una rapina, in particolare raccontava di essersi fermato a prestare soccorso a una persona rimasta con l’automobile in panne e che poi, sceso dall’auto, era stato colpito violentemente alla nuca, aveva perso i sensi e al suo rinvenimento aveva constatato la sparizione della sua auto, del cellulare e del denaro che aveva con sé.
La successiva attività condotta dalla Squadra Mobile, portata a termine pochi giorni fa, ha evidenziato però molte incongruenze. Il denunciante, messo alle strette, ha raccontato la verità. Ha riferito di aver tentato il suicidio, mettendosi alla guida imbottito di sonnifero e di alcolici, di essersi ritrovato a piedi senza automobile e di non ricordare nulla. Egli raccontava inoltre di non sapere come spiegare l’accaduto alla famiglia.
Non è il solo episodio di simulazione di reato registrato in questi mesi dalla Polizia. A ottobre un intervento degli agenti delle Volanti era iniziato per rapina ai danni di un italiano Al convento di “San Nazzaro della Costa”. L’uomo, la presunta vittima, aveva riferito di essere stato aggredito da due cittadini nigeriani, i quali lo avrebbero colpito e derubato. La successiva attività della Squadra Mobile ha accertato che il denunciante aveva inventato sia l’aggressione, sia la rapina, per non ammettere di aver perso tutto il denaro che aveva con sé ai videopoker. Un caso simile, che ha visto riprodotto lo schema della falsa rapina, è stato scoperto sempre nel mese di dicembre e ha visto come protagonista un ventenne che, successivamente messo alle strette dagli agenti della Squadra Mobile, aveva confessato di aver agito per bisogno di denaro contante.
L’ennesima falsa denuncia per rapina a mano armata risale, invece, al mese di agosto, quando il rappresentante di un’azienda artigiana orafa di famiglia aveva in realtà fatto sparire un campionario di gioielli del valore di circa trecentomila euro per frodare l’assicurazione. La Polizia evidenzia come tali episodi “influiscono negativamente sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini, in quanto si tratta di svariati casi in cui vengono denunciati falsamente reati mai accaduti, fattispecie che spesso destano allarme sociale, come ad esempio le rapine o le aggressioni”.
mo.c.
NOVARA, Si reca dalla Polizia e racconta di essere stato derubato di soldi, cellulare e auto da qualcuno che aveva soccorso perché si trovava in panne con l’automobile. La Polizia dà il via alle indagini, ma a finire con l’essere denunciato, in base a quanto emerso, è il denunciante stesso, colui, ossia, che aveva riferito di essere stato derubato.
Per lui, un italiano, l’accusa è di simulazione di reato. L’episodio risale allo scorso dicembre, ma l’indagine e la relativa denuncia sono di questi giorni. All’epoca aveva riferito di essere rimasto vittima di una rapina, in particolare raccontava di essersi fermato a prestare soccorso a una persona rimasta con l’automobile in panne e che poi, sceso dall’auto, era stato colpito violentemente alla nuca, aveva perso i sensi e al suo rinvenimento aveva constatato la sparizione della sua auto, del cellulare e del denaro che aveva con sé.
La successiva attività condotta dalla Squadra Mobile, portata a termine pochi giorni fa, ha evidenziato però molte incongruenze. Il denunciante, messo alle strette, ha raccontato la verità. Ha riferito di aver tentato il suicidio, mettendosi alla guida imbottito di sonnifero e di alcolici, di essersi ritrovato a piedi senza automobile e di non ricordare nulla. Egli raccontava inoltre di non sapere come spiegare l’accaduto alla famiglia.
Non è il solo episodio di simulazione di reato registrato in questi mesi dalla Polizia. A ottobre un intervento degli agenti delle Volanti era iniziato per rapina ai danni di un italiano Al convento di “San Nazzaro della Costa”. L’uomo, la presunta vittima, aveva riferito di essere stato aggredito da due cittadini nigeriani, i quali lo avrebbero colpito e derubato. La successiva attività della Squadra Mobile ha accertato che il denunciante aveva inventato sia l’aggressione, sia la rapina, per non ammettere di aver perso tutto il denaro che aveva con sé ai videopoker. Un caso simile, che ha visto riprodotto lo schema della falsa rapina, è stato scoperto sempre nel mese di dicembre e ha visto come protagonista un ventenne che, successivamente messo alle strette dagli agenti della Squadra Mobile, aveva confessato di aver agito per bisogno di denaro contante.
L’ennesima falsa denuncia per rapina a mano armata risale, invece, al mese di agosto, quando il rappresentante di un’azienda artigiana orafa di famiglia aveva in realtà fatto sparire un campionario di gioielli del valore di circa trecentomila euro per frodare l’assicurazione. La Polizia evidenzia come tali episodi “influiscono negativamente sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini, in quanto si tratta di svariati casi in cui vengono denunciati falsamente reati mai accaduti, fattispecie che spesso destano allarme sociale, come ad esempio le rapine o le aggressioni”.
mo.c.