Teatro Coccia, la “lunga mano” del Comune

Il consiglio non è più d’amministrazione, ma di gestione.

Teatro Coccia, la “lunga mano” del Comune
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Teatro Coccia, la “lunga mano” del Comune. Cambiano le regole dello statuto, il consiglio non è più d’amministrazione, ma di gestione.

Teatro Coccia, la “lunga mano” del Comune

Due nuovi statuti, quello del Comune e quello della Fondazione Teatro Coccia. Si è discusso di questo venerdì pomeriggio a Palazzo Cabrino nel corso nella riunione congiunta della I e III Commissione consiliare. Soprattutto il secondo, com’era nelle previsioni, ha tenuto banco nel corso del dibattito, per le note vicende (e non solo) che si trascinano ormai da mesi. Ma cosa cambierebbe a livello fondamentale? Una lunga e articolata spiegazione tecnico - giuridica l’ha fornita il segretario del Comune di Novara, Giacomo Rossi. Tante parole per capire che se «l’attuale documento era oramai obsoleto», e che in quello “nuovo” vengono previste delle novità, soprattutto per quanto riguarda i suoi organi.
Prima di tutto ecco il Consiglio d’indirizzo, formato dal sindaco (finora unico rappresentante dell’Amministrazione) e da tre componenti da nominati, di cui uno indicato dalle minoranze a livello collegiale, fatto salvo che se non si dovesse raggiungere l’unità da parte delle stesse sarà il primo cittadino a sceglierlo, “pescando” in ogni caso da una “rosa” proposta dai gruppi di opposizione.

Dovrà essere la sostanza a contare

Al di là della forma, però, dovrà essere la sostanza a contare. Questo Consiglio avrà infatti fra i suoi compiti l’approvazione del Bilancio preventivo e consuntivo, dichiarare l’eventuale decadenza dei componenti Comitato di gestione (ex Consiglio di amministrazione), ma soprattutto di esercitare un’azione di controllo. Nel Consiglio di indirizzo ci sarà insomma la “lunga mano” del Consiglio comunale sul Coccia e sulla sua gestione, particolarità positiva, come ha sottolineato in più di un’occasione la commissaria Sara Paladini (Pd), affinché il “pubblico” torni a esercitare un ruolo di primo piano, «evitando in futuro che si possa ripetere una situazione come quella che ci stiamo trascinando da tempo».

Il Comitato di gestione

Ecco poi, con compiti “esecutivi”, il citato Comitato di gestione: cinque membri, di cui il presidente e tre nominati dal sindaco (e i cui mandati terminano alla scadenza di quello del primo cittadino), mentre il quinto (in carica tre anni) viene indicato dal “Comitato dei partecipanti istituzionali”. La particolarità sta nel fatto che se per qualsiasi ragione dovesse cessare la maggioranza dei componenti del “Socio fondatore” (cioè il Comune), l’intero Cdg dovrebbe decadere. Una soluzione per uscire dall’attuale impasse? Per chiudere la partita con l’attuale presidente? Forse. Così come l’attenzione dei commissari si è focalizzata sulla possibilità che in ogni caso l’attuale Cda dovrebbe in ogni caso dimettersi per agevolare la costituzione di quello nuovo una volta “registrato” e divenuto operativo il nuovo Statuto. In questo caso, come è stato spiegato, nessuno potrebbe imporlo, però…

"Stralciato" il riconoscimento dei Comitati di Quartiere

Di sicuro se parlerà in occasione del Consiglio comunale in programma martedì, così come dovranno essere vagliate le modifiche allo Statuto comunale. Rispetto alle precedenti proposte, come illustrato dal presidente della Commissione Mauro Franzinelli, che ha guidato i lavori insieme alla collega Erika Nieddu, l’Amministrazione ha scelto di “stralciare” il riconoscimento dei Comitati di Quartiere e di demandare la questione (insieme al relativo regolamento) ad un’apposita Commissione paritetica. Se ne parlerà a settembre.

Commissione Pari opportunità

In aula di discuterà invece della riforma della VII Commissione, che non sarà più composta unicamente dalle consigliere “elette”, ma diventerà un vero e proprio organismo di “pari opportunità” aperto a un componente di genere maschile per ciascun gruppo consiliare. E poi sul tavolo ci sarà la proposta (che ha già suscitato non poche polemiche) riguardante l’istituzione della figura del “consigliere delegato”. Sul primo tema non si dovrebbero registrare particolari problemi. Sul secondo potrebbero accentuarsi le già esistenti divisioni, tanto che Mario Iacopino (Movimento 5 Stelle) ha chiesto delucidazioni e l’eventuale possibilità di giungere a un «voto separato». Eventualità però negata dal fatto che la delibera riguardante la modifica dello Statuto sarà unica.

Luca Mattioli

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