La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna nei confronti di Renata Rapetti (nella foto), ex direttrice del Teatro Coccia di Novara, e di Silvana Sateriale, funzionaria amministrativa dell’ente. La decisione, arrivata il 2 ottobre, ha chiuso un iter giudiziario durato otto anni.
Teatro Coccia, colpo di scena in Cassazione
Rapetti, nel 2023, era stata condannata in primo grado a tre anni e tre mesi di reclusione per peculato e falso ideologico, accuse legate alla gestione economica del teatro. L’indagine era nata da alcuni esposti presentati da Carmen Manfredda, all’epoca presidente del Consiglio di amministrazione, riguardo presunte irregolarità nella destinazione di circa 29mila euro destinati a coprire spese per la Show Bees srl, società incaricata di organizzare eventi al teatro “Maggiore” di Verbania nell’ambito di un protocollo tra Fondazione Coccia e Comune.
In appello, nel novembre 2024, la Corte d’Appello di Torino aveva dichiarato prescritte alcune accuse di falso e ridotto la pena a tre anni, un mese e 24 giorni, eliminando le sanzioni civili. La difesa, affidata agli avvocati Federico Cecconi e Germana Ciceri, ha poi presentato ricorso in Cassazione, contestando la qualificazione giuridica dei fatti e la stessa definizione del ruolo di Rapetti come “incaricata di pubblico servizio”.
Secondo i legali, la Fondazione Coccia è un ente di diritto privato e l’operato dell’allora direttrice era pienamente allineato all’interesse pubblico di garantire la continuità della stagione artistica. Inoltre, è stato evidenziato che la Rapetti non aveva mai materialmente commesso il reato di falso ideologico, come riconosciuto dallo stesso Tribunale e dalla Corte d’Appello.
La Cassazione ha accolto tutti i motivi di ricorso, annullando definitivamente la condanna.
«Sono molto provata, ancora non riesco a crederci» – ha dichiarato Rapetti dopo la sentenza – «Sono stati otto anni tremendi, vissuti con la sensazione di una profonda ingiustizia. Ora finalmente posso riprendere in mano la mia vita e sono felice che sia stata riconosciuta la mia estraneità ai fatti».
L’ex direttrice ha voluto ringraziare l’avvocato Cecconi «per la sua professionalità e la sua umanità» e ha annunciato di voler valutare con il proprio legale civilista Sara Azzini «le azioni necessarie per il ristoro della mia immagine professionale e umana, gravemente lesa da questa vicenda».
La Fondazione Coccia, che era parte civile solo nei confronti di Silvana Sateriale, resterà coinvolta nel secondo processo d’appello che riguarda quest’ultima, ancora imputata per peculato in episodi successivi ai fatti contestati a Rapetti.