Strage in famiglia, ergastolo confermato

Nessuno sconto: la Corte d'Assise d'Appello di Torino, la settimana scorsa, ha confermato la condanna all'ergastolo per Lorenzo Manavella, oggi 27enne, il giovane che il 16 maggio 2014 uccise a coltellate in una villetta di Santhià (nella foto) la zia Patrizia, 56 anni, e i due nonni Tullio e Pina Manavella, 85 e 78 anni. I giudici hanno accolto in toto la richiesta del sostituto pg Andrea Bascheri. Lo stesso (a differenza del primo grado) aveva escluso l'aggravante della crudeltà solo per l'omicidio di Patrizia, impiegata di banca, la prima a essere uccisa, quella tragica sera, colpita ripetutamente sul divano. Movente: i soldi per la droga. Il giovane, dopo aver poi ucciso anche i nonni, infine fuggì, e fu rintracciato a Venezia, dopo avere vagato per ore in stato confusionale. Confessò subito. Ad aprile dell’anno scorso il primo processo, rimediando la pena massima in assoluto prevista in “abbreviato”: ergastolo (che, col rito ordinario, cioè senza “sconto”, avrebbe visto in aggiunta 6 mesi di isolamento diurno).
Una tragedia che sconvolse anche il Novarese. L’allarme era stato dato dal padre di Lorenzo, Gianluca Manavella, preoccupato perchè a casa non rispondevano al telefono (lui era in Sardegna per un corso di aggiornamento): né i genitori né la sorella, che sapeva essere in loro compagnia. Gianluca Manavella, noto a Novara dove aveva militato prima da giocatore e poi come allenatore sulla panchina dell’Acqua Paradiso, era come detto lontano. Non ottenendo risposta, aveva chiesto ad un amico, il presidente della Stamperia Alicese (dove giocava il figlio Lorenzo), di andare a vedere cosa fosse successo. Nella villetta di Santhià tutto sbarrato. Erano poi stati i Vigili del fuoco con le Forze dell’ordine a sfondare l’ingresso e a scoprire la strage.
p.v.
leggi il servizio sul Corriere di Novara di sabato 11 giugno
Nessuno sconto: la Corte d'Assise d'Appello di Torino, la settimana scorsa, ha confermato la condanna all'ergastolo per Lorenzo Manavella, oggi 27enne, il giovane che il 16 maggio 2014 uccise a coltellate in una villetta di Santhià (nella foto) la zia Patrizia, 56 anni, e i due nonni Tullio e Pina Manavella, 85 e 78 anni. I giudici hanno accolto in toto la richiesta del sostituto pg Andrea Bascheri. Lo stesso (a differenza del primo grado) aveva escluso l'aggravante della crudeltà solo per l'omicidio di Patrizia, impiegata di banca, la prima a essere uccisa, quella tragica sera, colpita ripetutamente sul divano. Movente: i soldi per la droga. Il giovane, dopo aver poi ucciso anche i nonni, infine fuggì, e fu rintracciato a Venezia, dopo avere vagato per ore in stato confusionale. Confessò subito. Ad aprile dell’anno scorso il primo processo, rimediando la pena massima in assoluto prevista in “abbreviato”: ergastolo (che, col rito ordinario, cioè senza “sconto”, avrebbe visto in aggiunta 6 mesi di isolamento diurno).
Una tragedia che sconvolse anche il Novarese. L’allarme era stato dato dal padre di Lorenzo, Gianluca Manavella, preoccupato perchè a casa non rispondevano al telefono (lui era in Sardegna per un corso di aggiornamento): né i genitori né la sorella, che sapeva essere in loro compagnia. Gianluca Manavella, noto a Novara dove aveva militato prima da giocatore e poi come allenatore sulla panchina dell’Acqua Paradiso, era come detto lontano. Non ottenendo risposta, aveva chiesto ad un amico, il presidente della Stamperia Alicese (dove giocava il figlio Lorenzo), di andare a vedere cosa fosse successo. Nella villetta di Santhià tutto sbarrato. Erano poi stati i Vigili del fuoco con le Forze dell’ordine a sfondare l’ingresso e a scoprire la strage.
p.v.
leggi il servizio sul Corriere di Novara di sabato 11 giugno