Sparò al vicino di casa: “Stavo provando il fucile, non ho mirato a nessuno”

NOVARA, Udienza dedicata all’interrogatorio dell’imputato e all’ascolto di altri testi, tra cui un carabiniere, venerdì in Tribunale a Novara, al processo a carico di Giuseppe Mocchetto, 58enne trecatese, che la scorsa estate aveva sparato al vicino di casa, perché, a suo dire, teneva la radio troppo alta. «Stavo solo pulendo il fucile – ha sostenuto il 58enne – Non volevo in alcun modo sparare a un vicino. Le cartucce erano a salve e ho utilizzato un solo colpo». Stando alla ricostruzione dell’accusa gli spari furono, però, almeno tre e i vicini avevano ben udito come un conteggio, un countdown, giungere dal balcone dell’uomo. In aula è stata ascoltata anche la psichiatra Liliana Zedda, incaricata dal Tribunale di eseguire una perizia sull’uomo. Dal suo esame, l’uomo può stare in giudizio, pur se affetto da alcune patologie che hanno diminuito la capacità di intendere e volere. La sorella dell’imputato: «Quando sono arrivata, l’ho trovato a terra e a piedi scalzi. Mi ha detto – ha riferito, rispondendo al pm Giovanni Caspani – che stava provando il fucile con alcune cartucce a salvo, non mirando a persone». Il 58enne è assistito dall’avvocato Francesco Ancora, che mira alla non imputabilità. L’udienza è stata aggiornata al 3 giugno.mo.c.
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NOVARA, Udienza dedicata all’interrogatorio dell’imputato e all’ascolto di altri testi, tra cui un carabiniere, venerdì in Tribunale a Novara, al processo a carico di Giuseppe Mocchetto, 58enne trecatese, che la scorsa estate aveva sparato al vicino di casa, perché, a suo dire, teneva la radio troppo alta. «Stavo solo pulendo il fucile – ha sostenuto il 58enne – Non volevo in alcun modo sparare a un vicino. Le cartucce erano a salve e ho utilizzato un solo colpo». Stando alla ricostruzione dell’accusa gli spari furono, però, almeno tre e i vicini avevano ben udito come un conteggio, un countdown, giungere dal balcone dell’uomo. In aula è stata ascoltata anche la psichiatra Liliana Zedda, incaricata dal Tribunale di eseguire una perizia sull’uomo. Dal suo esame, l’uomo può stare in giudizio, pur se affetto da alcune patologie che hanno diminuito la capacità di intendere e volere. La sorella dell’imputato: «Quando sono arrivata, l’ho trovato a terra e a piedi scalzi. Mi ha detto – ha riferito, rispondendo al pm Giovanni Caspani – che stava provando il fucile con alcune cartucce a salvo, non mirando a persone». Il 58enne è assistito dall’avvocato Francesco Ancora, che mira alla non imputabilità. L’udienza è stata aggiornata al 3 giugno.
mo.c.
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