Sfruttamento della prostituzione in un alloggio di via Custodi: in due a processo

Sfruttamento della prostituzione in un alloggio di via Custodi: in due a processo
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NOVARA, In due alla sbarra accusati di sfruttamento della prostituzione in un alloggio di via Custodi, a Novara. A processo sono due coniugi, una dominicana di 33 anni e un italiano di 38, domiciliati a Vercelli. La prima è assistita dagli avvocati Andrea Crola e Alessandro Brustia, il secondo dall’avvocato Massimo Barbero. L’ultima udienza del processo martedì mattina.

Una vicenda emersa grazie a una serie di segnalazioni fatte dai residenti nella palazzina, che avevano notato continui viavai in un alloggio al terzo piano dell’edificio e che si erano rivolti a un’avvocatessa residente anche lei nello stabile, che a sua volta aveva allertato i carabinieri. Un argomento che era stato anche al centro di riunioni di condominio, dal momento che la questione era diventata insopportabile a tutti i condomini.

I carabinieri si erano messi così a monitorare la situazione e a fare una serie di ulteriori controlli e indagini e, nella primavera del 2015, erano intervenuti nell’appartamento. Qui avevano trovato centinaia di preservativi e quindi due persone che si prostituivano nell’alloggio. Era presente, in una stanza separata, anche l’imputata, cui era locato l’appartamento. Stando all’accusa i due coniugi, in concorso, avrebbero fornito la disponibilità di una stanza a due persone, una prostituta e un viados, in cambio del pagamento della metà della rata di affitto dell’intero alloggio.

mo.c.


NOVARA, In due alla sbarra accusati di sfruttamento della prostituzione in un alloggio di via Custodi, a Novara. A processo sono due coniugi, una dominicana di 33 anni e un italiano di 38, domiciliati a Vercelli. La prima è assistita dagli avvocati Andrea Crola e Alessandro Brustia, il secondo dall’avvocato Massimo Barbero. L’ultima udienza del processo martedì mattina.

Una vicenda emersa grazie a una serie di segnalazioni fatte dai residenti nella palazzina, che avevano notato continui viavai in un alloggio al terzo piano dell’edificio e che si erano rivolti a un’avvocatessa residente anche lei nello stabile, che a sua volta aveva allertato i carabinieri. Un argomento che era stato anche al centro di riunioni di condominio, dal momento che la questione era diventata insopportabile a tutti i condomini.

I carabinieri si erano messi così a monitorare la situazione e a fare una serie di ulteriori controlli e indagini e, nella primavera del 2015, erano intervenuti nell’appartamento. Qui avevano trovato centinaia di preservativi e quindi due persone che si prostituivano nell’alloggio. Era presente, in una stanza separata, anche l’imputata, cui era locato l’appartamento. Stando all’accusa i due coniugi, in concorso, avrebbero fornito la disponibilità di una stanza a due persone, una prostituta e un viados, in cambio del pagamento della metà della rata di affitto dell’intero alloggio.

mo.c.


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