Sequestro di carni suine cinesi, Coldiretti vuole l’etichettatura per salumi e trasformati

Sequestro di carni suine provenienti dalla Cina, per la Coldiretti è urgente l’obbligo di etichettatura per salumi e trasformati.
Sequestro di carni suine provenienti dalla Cina
La Guardia di Finanza di Padova ha sequestrato nei giorni scorsi 10 tonnellate di carni suine provenienti dalla Cina. Materie prime introdotte nell’Unione europea in violazione delle norme e potenzialmente contaminate dalla peste suina africana. E, stando ai sanitari dell’Ulss 6, il prodotto è stato ritenuto potenzialmente pericoloso.
Coldiretti vuole l’obbligo di etichettatura per salumi e trasformati
«Occorre dare immediatamente il via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine sui derivati della carne suina. L’obiettivo è garantire la trasparenza e la rintracciabilità di fronte agli allarmi sanitari che si moltiplicano con la globalizzazione degli scambi». Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, commenta così il maxi sequestro, della Guardia di Finanza di Padova, di 10 tonnellate di carni suine provenienti dalla Cina, attraverso il porto di Rotterdam, potenzialmente pericoloso per la diffusione della peste suina.
«Il Piemonte dai Paesi del nord Europa importa oltre il 30% dei suini per il consumo di carne fresca e circa 1,2 milioni di suini, invece, sono destinati per l’80% al circuito del prosciutto di Parma e San Daniele per un fatturato di 280 milioni di euro con 1.100 aziende coinvolte – continua Fabrizio Galliati – Dopo l’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni, sollecitiamo l’entrata in vigore del decreto che introduce l’indicazione della provenienza per le carni suine trasformate. Non è ammissibile che dalle frontiere europee venga lasciato passare materiale pericoloso. Sotto accusa ci sono anche i ritardi, a livello nazionale, causati da una burocrazia che non comprende l’urgenza di tracciare gli alimenti che arrivano ai consumatori. E’ necessario che le procedure di ingresso dei generi alimentari in Europa vengano allineate verso un maggior rigore. La via di Rotterdam non deve essere la porta di ingresso in Europa solo perché è la più facile da superare».