Sacerdote accusato di violenza sessuale: pena definitiva a 3 anni e 10 mesi

Sacerdote accusato di violenza sessuale: pena definitiva a 3 anni e 10 mesi
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NOVARA, Sconto di pena di due mesi per un capo, relativo a un episodio estinto per decorso dei termini di prescrizione e sentenza che diventa, quindi, definitiva per don Marco Rasia, il sacerdote novarese di 45 anni, accusato di violenza sessuale, anche su minori, arrestato il 12 aprile 2013 dalla Squadra Mobile di Novara in esecuzione di un’ordinanza del gip.

E’ il risultato del ricorso in Cassazione avanzato dal difensore del 45enne, l’avvocato Cosimo Palumbo di Torino. I giudici della Suprema Corte hanno rigettato tutti i motivi di ricorso proposti dal legale, confermando quanto già deciso invece dalla Corte d’Appello, in secondo grado. Hanno accolto solo un motivo di ricorso, imponendo l’annullamento della sentenza impugnata solo in riferimento a un capo d’imputazione risultato prescritto, «con conseguente eliminazione della pena inflitta in riferimento a tale episodio – si legge – (mesi tre, ridotti a mesi due per la scelta del rito), mentre nel resto il ricorso va rigettato».

Una sentenza conclusiva che, quindi, vede il sacerdote novarese condannato a una pena finale di 3 anni e 10 mesi, esito del percorso attraverso il primo grado a Novara (quando era stato condannato a 6 anni e assolto per alcuni capi), l’Appello (condanna a 4 anni) e quindi il ricorso in Cassazione. Stando alla difesa, come spiegato già in primo e secondo grado, non esisterebbe nulla di provato e nulla che si possa definire come molestia sessuale. Il sacerdote, coadiutore per 12 anni a Castelletto e negli ultimi tempi, prima dell’arresto, a Omegna, si è sempre professato innocente.

mo.c.

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola da lunedì 27 marzo


NOVARA, Sconto di pena di due mesi per un capo, relativo a un episodio estinto per decorso dei termini di prescrizione e sentenza che diventa, quindi, definitiva per don Marco Rasia, il sacerdote novarese di 45 anni, accusato di violenza sessuale, anche su minori, arrestato il 12 aprile 2013 dalla Squadra Mobile di Novara in esecuzione di un’ordinanza del gip.

E’ il risultato del ricorso in Cassazione avanzato dal difensore del 45enne, l’avvocato Cosimo Palumbo di Torino. I giudici della Suprema Corte hanno rigettato tutti i motivi di ricorso proposti dal legale, confermando quanto già deciso invece dalla Corte d’Appello, in secondo grado. Hanno accolto solo un motivo di ricorso, imponendo l’annullamento della sentenza impugnata solo in riferimento a un capo d’imputazione risultato prescritto, «con conseguente eliminazione della pena inflitta in riferimento a tale episodio – si legge – (mesi tre, ridotti a mesi due per la scelta del rito), mentre nel resto il ricorso va rigettato».

Una sentenza conclusiva che, quindi, vede il sacerdote novarese condannato a una pena finale di 3 anni e 10 mesi, esito del percorso attraverso il primo grado a Novara (quando era stato condannato a 6 anni e assolto per alcuni capi), l’Appello (condanna a 4 anni) e quindi il ricorso in Cassazione. Stando alla difesa, come spiegato già in primo e secondo grado, non esisterebbe nulla di provato e nulla che si possa definire come molestia sessuale. Il sacerdote, coadiutore per 12 anni a Castelletto e negli ultimi tempi, prima dell’arresto, a Omegna, si è sempre professato innocente.

mo.c.

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