Rubano identità in Rete e lo perseguitano per anni

In tribunale a Novara un caso di phishing davvero estremo

Rubano identità in Rete e lo perseguitano per anni
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Rubano identità a un cittadino della zona dell'Aronese ed effettuano pagamenti online con le sue credenziali: il caso approda a processo.

Rubano identità informatica e anche la serenità

"Il mio cliente ha vissuto per molto tempo nel terrore". A dirlo è l'avvocato Davide Vecchio, residente ad Agrate e con studio a Novara, che ha seguito una vittima di phishing. B.R., queste le sue iniziali, che nel 2013 si è visto sottrarre l'identità su Skype dopo essere stato adescato via mail. E solo oggi sta trovando un po’ di pace.

Tutto è iniziato con una proposta di investimento

"Gli si è presentato – spiega Vecchio – un soggetto con indirizzo di posta elettronica riconducibile alla banca del mio cliente; era una specie di promotore finanziario che proponeva investimenti. E' riuscito a farsi mandare dati e documentazione sensibile e ha preso 40mila euro tramite bonifici dirottati a persone non conosciute, teste di legno per far perdere le tracce. Lui ha fatto denuncia e le indagini delle forze dell'ordine sono arrivate a Messina e Reggio Calabria, luoghi base dei truffatori. La sua banca ha riconosciuto di sua iniziativa la vulnerabilità del proprio sistema telematico e di sua iniziativa lo ha risarcito".

Ma l'incubo non è finito qui

Dopo aver cambiato banca e conto, l'uomo si è accorto che qualcuno era entrato in Paypal con le sue credenziali facendo acquisti in rete per 1.900 euro. Contattando Paypal è stato possibile avere il risarcimento. Ma si è subito verificato un altro tentativo di prelievo di 10mila euro. "Mentre torna in treno - racconta l'avvocato - il telefono smette di funzionare. Corre in un centro Tim, dove gli dicono che un'altra persona in un altro negozio dello stesso gestore si è presentato modificando le credenziali della sim. A maggio accusa poi un grave smacco: gli hanno bloccato il conto in banca, che gli è stato sequestrato dal tribunale di Messina. Nessuno gli spiega perché, ma intanto le bollette non le può pagare, né accedere ai suoi beni. Veniamo poi a sapere che i carabinieri della città siciliana hanno lavorato all'”Operazione fraudatores”, bloccando le finanze anche dei danneggiati. Finalmente in questi giorni abbiamo avuto il dissequestro, ma il cliente ha la vita stravolta, ansia e sensazione di essere controllato ovunque".

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