Ripartita l’udienza preliminare per il caso Giordano

Ripartita l’udienza preliminare per il caso Giordano
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NOVARA - Un’udienza che si è protratta per l’intera giornata, quella che martedì 15 settembre ha riportato, nelle aule del Tribunale di Novara, l’inchiesta relativa a quanto è stato ribattezzato come “Caso Giordano”, ossia la maxi inchiesta che ha come principale indagato l’ex sindaco ed ex assessore regionale alle Attività produttive, Massimo Giordano, accusato di corruzione e concussione. Una ventina gli imputati. Presenti, all’udienza preliminare, direttamente in aula Giordano (che ha riferito di volersi far interrogare) e l’ex assessore e attuale consigliere d’opposizione, Gerardo Murante, in corridoio il consigliere del Carroccio, Riccardo Lanzo e, poi, ma solo per pochi istanti, durante una pausa, l’ex comandante della Polizia Locale, Paolo Cortese. A sostenere l’accusa, con il procuratore Francesco Enrico Saluzzo, i pm Olimpia Bossi e Nicola Serianni.

Ore di discussione sulle questioni preliminari. Una lunga serie di eccezioni, che ha riguardato l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche come anche la competenza territoriale e l’opportunità o meno che il giudice si astenga (dubbio espresso, questo, dall’avvocato Fabio Giarda). La Procura chiede il rinvio a giudizio per i 20 imputati. Tra loro, oltre a una serie di politici, imprenditori e dipendenti pubblici.

Gran parte della discussione ha riguardato la costituzione delle parti civili. Alcune sono state rigettate, altre sono state accettate. Il gup ha ammesso la costituzione per le famiglie Brambati e Pagani, i vicini di casa del bar Coccia, che avevano riferito di rumori e musica alta fuori orario. L’udienza è stata aggiornata al 30 settembre, quando i pm replicheranno alle eccezioni preliminari e il giudice deciderà quali accogliere. Prima di allora il gup si esprimerà sull’istanza di astensione avanzata dall’avvocato Giarda. Altre udienze poi il 2 e 6 ottobre.

mo.c.

 

Per saperne di più leggi l’articolo completo sul Corriere di Novara in edicola giovedì 17 settembre

 

NOVARA - Un’udienza che si è protratta per l’intera giornata, quella che martedì 15 settembre ha riportato, nelle aule del Tribunale di Novara, l’inchiesta relativa a quanto è stato ribattezzato come “Caso Giordano”, ossia la maxi inchiesta che ha come principale indagato l’ex sindaco ed ex assessore regionale alle Attività produttive, Massimo Giordano, accusato di corruzione e concussione. Una ventina gli imputati. Presenti, all’udienza preliminare, direttamente in aula Giordano (che ha riferito di volersi far interrogare) e l’ex assessore e attuale consigliere d’opposizione, Gerardo Murante, in corridoio il consigliere del Carroccio, Riccardo Lanzo e, poi, ma solo per pochi istanti, durante una pausa, l’ex comandante della Polizia Locale, Paolo Cortese. A sostenere l’accusa, con il procuratore Francesco Enrico Saluzzo, i pm Olimpia Bossi e Nicola Serianni.

Ore di discussione sulle questioni preliminari. Una lunga serie di eccezioni, che ha riguardato l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche come anche la competenza territoriale e l’opportunità o meno che il giudice si astenga (dubbio espresso, questo, dall’avvocato Fabio Giarda). La Procura chiede il rinvio a giudizio per i 20 imputati. Tra loro, oltre a una serie di politici, imprenditori e dipendenti pubblici.

Gran parte della discussione ha riguardato la costituzione delle parti civili. Alcune sono state rigettate, altre sono state accettate. Il gup ha ammesso la costituzione per le famiglie Brambati e Pagani, i vicini di casa del bar Coccia, che avevano riferito di rumori e musica alta fuori orario. L’udienza è stata aggiornata al 30 settembre, quando i pm replicheranno alle eccezioni preliminari e il giudice deciderà quali accogliere. Prima di allora il gup si esprimerà sull’istanza di astensione avanzata dall’avvocato Giarda. Altre udienze poi il 2 e 6 ottobre.

mo.c.

 

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