Reddito d’inclusione e welfare del futuro in Piemonte
L’assessore Ferrari: «Ecco il “We.Ca.Re.”».

Reddito d’inclusione e welfare del futuro in Piemonte: la nuova strategia destinata allo “Sviluppo di comunità solidali” è stata presentata a Novara nella sede della cooperativa “Emmaus”.
Reddito d’inclusione e welfare del futuro in Piemonte
E’ stata scelta una location significativa come quella della cooperativa novarese “Emmaus”, nel cuore del quartiere novarese della Bicocca, per la presentazione, a cura dell’assessore regionale al Welfare Augusto Ferrari nel pomeriggio di giovedì, del primo bilancio del Rei, il “Reddito d’inclusione” destinato a una fascia della popolazione in stato di povertà assoluta. «Non una classica conferenza stampa - ha detto inizialmente Ferrari - ma piuttosto un’occasione di incontro con tanti soggetti coinvolti e interessati» lo stato dell’arte.
«Interventi di inclusione all’interno di percorsi attivi». Questa la “linea” tracciata dall’esponente novarese della Giunta Chiamparino, con diversi aspetti da mettere in evidenza: «A che punto siamo nell’attuazione del “Reddito di inclusione”, l’attività di programmazione e come si sta attuando la strategia del “We.Ca.Re.” (Welfare Cantiere Regionale)».
Innovazione del “patto sociale”
Il sistema di welfare regionale ha bisogno di innovazione, attraverso anche un passaggio del “Patto per il sociale” con una nuova strategia destinata allo “Sviluppo di comunità solidali”. Lo ha ribadito l’assessore Augusto Ferrari sostenendo come sia «necessario coniugare tra l’altro il nuovo protagonismo da parte del Governo nazionale in queste politiche, attraverso il rafforzamento della pluralità dei sistemi territoriali locali».
Da questo punto di vista è la Regione l’Ente preposto a stabilizzare i reali processi di innovazione, rendendo il “sistema” maggiormente in sintonia con i bisogni delle comunità, che deve essere in grado di muoversi, nell’ambito del biennio 2018 - 2019, lungo due assi. «Quello della promozione - ha specificato - con la persona all’interno del proprio contesto sociale e culturale come soggetto attivo. E quello della cura, dove il soggetto che si trova in una condizione di permanente non autosufficienza e di perdita stabile della propria autonomia, non veda trasformarsi la sua condizione in esclusione sociale».
La nuova strategia “We.Ca.Re.” (Welfare Cantiere Regionale)
Il nuovo “Patto per lo sviluppo di comunità solidali” avrà come elemento cardine quello di promuovere una commissione stabile e strutturata tra la programmazione regionale dei servizi e la strategia di innovazione sociale definita “We.Ca.Re.” (Welfare Cantiere Regionale), cui spetta tra l’altro il compito «di saldare il suo ruolo di regia nella programmazione ordinaria dei servizi attraverso una serie di punti»: stimolare i processi collaborativi sul territorio, attraverso la promozione di una migliore governance locale; facilitare la sperimentazione di servizi innovativi per il Terzo Settore; sostenere iniziative di “welfare aziendale” che tengano conto delle richieste avanzate sempre dal territorio. E poi ancora rafforzare la crescita di iniziative dal punto di vista imprenditoriale decisamente innovative e ad impatto sociale e accompagnare con quella che è stata definita un’“azione di sistema” la progettazione e la realizzazione di iniziative di sperimentazione.
Corretto utilizzo di fondi europei
«Quella del “We.Ca.Re.” è una strategia che avrà come compito anche un corretto coordinamento nell’utilizzo di fondi dell’Unione Europea», ha specificato ancora Ferrari. E si tratta di una cifra non indifferente, visto che stiamo parlando di qualcosa come 20 milioni.
A fronte di un quesito, sollecitato anche dal fatto che si possa finalmente giungere al superamento di quella sorta di “dicotomia” tra welfare e sanità, è stata infine auspicata la creazione di una cabina di regia socio - sanitaria che possa garantire una maggiore integrazione degli ambiti sanitario e assistenziale, con lo scopo di costruire una struttura e un coordinamento che possa mettere al centro la persona.
La creazione di un fondo integrato socio-sanitario
Per arrivare a questo sarebbe fondamentale l’obiettivo «della creazione di un fondo integrato socio-sanitario, gestito a livello territoriale da due responsabili, il direttore dell’Asl e quello del Distretto di coesione sociale. Entrambi dovranno elaborare dei percorsi personalizzati individuando le risorse attraverso budget di cura definiti».
La formalizzazione di questo fondo avverrà attraverso una proposta di legge che dovrebbe iniziare il suo iter nelle prossime settimane. Le sue risorse, tenendo presente che nasce come budget di cura condiviso, è derivante dall’unione della porzione di fondo sanitario con quella porzione di fondo sociale già destinati all’ambito socio-sanitario.
Luca Mattioli