Il caso

"Qualcuno si è portato via il nostro Nico", l'appello a Borgo Ticino

Il cagnolino 10 anni fa era già stato oggetto della crudeltà umana: fu infatti bersagliato con un'arma ad aria compressa.

"Qualcuno si è portato via il nostro Nico", l'appello a Borgo Ticino
Pubblicato:

A Borgo Ticino l'appello di Maria Cristina Rossi per un volpino non vedente di 18 anni: "Qualcuno si è portato via il nostro Nico".

Volpino non vedente di 18 anni rapito, l'appello della proprietaria

Della sua storia ci eravamo occupati già una decina di anni fa, quando, suo malgrado, il piccolo Nico finì già una prima volta nel mirino della cattiveria degli esseri umani. E purtroppo sembra che dieci anni più tardi, sempre a causa dell’intervento di qualche persona malintenzionata, Nico sia andato incontro a una brutta fine. Del cagnolino, un esemplare di volpino di 18 anni, non vedente, avevamo già parlato nel 2015, quando fu colpito da un proiettile sparato da un’arma ad aria compressa.

In passato era stato colpito con un'arma ad aria compressa

Nico viveva a Bellinzago con la sua padrona, che però, malata di Alzheimer, non era più in grado di occuparsi di lui. Il cane fu avvistato dagli operatori del canile sanitario di Borgo Ticino mentre vagabondava senza una meta. Dai successivi esami si scoprì che l’animale stava male a causa del pallino dell’arma, che si era infilato nel suo intestino, provocandogli un’infezione. Solo grazie ai veterinari della clinica San Martino di Castelletto, che lo operarono subito, e a una famiglia di Borgo Ticino, che poco dopo lo adottò, Nico riuscì a sopravvivere a questo terribile incidente. Per 10 anni è stato nella sua casa, con la sua famiglia adottiva, che lo ha accudito dandogli molto amore.

La sparizione da Borgo Ticino il 16 maggio

Poi, lo scorso 16 maggio, il cane è letteralmente sparito dal giardino della casa, in via Cerruti, una zona residenziale di Borgo Ticino.

«Il nostro cane era anziano e non vedente - dice la proprietaria, Maria Cristina Rossi - e per tutti questi anni ha vissuto tra la casa, dove poteva rifugiarsi, e il giardino, che è recintato e con i cancelli di ingresso chiusi. Quel giorno ci siamo assentati per appena due ore, e quando siamo tornati Nico non c’era. Dal momento che non può essersi allontanato volontariamente oltre la recinzione, è chiaro che qualcuno l’ha rubato. Per lui era impossibile uscire dalla recinzione, mentre chi voleva fargli del male avrebbe potuto tranquillamente scavalcare la recinzione e portarselo via. Ho lanciato un appello sui social e setacciato personalmente le strade circostanti e tutti i sentieri della riserva del Bosco Solivo. Non abbiamo trovato nemmeno i suoi resti, ma temo che a questo punto lui non ci sia più, ma vivere questa situazione senza poter nemmeno sapere che cosa gli è accaduto è terribile. Abbiamo presentato denuncia ai carabinieri, chiaramente contro ignoti».

Le ricerche in ogni direzione ma senza risultati

Per salvare il cagnolino si sono mobilitati in tanti in queste settimane, ma non c’è stato nulla da fare.

«Ringraziamo di cuore tutte le persone che si sono date da fare per aiutarci - continua Rossi - così come il personale del canile sanitario, l’Enpa, i veterinari della clinica San Martino, con i dottori Graziano Allievi e Francesca Mussinelli e in generale tutti coloro che hanno voluto bene al nostro Nico. Quando lo abbiamo conosciuto, dieci anni fa, era un po’ la mascotte della clinica che lo aveva preso in cura. Era un cane che nella vita ha già sofferto abbastanza e non meritava di fare questa fine. Noi non lo dimenticheremo e credo che raccontare la sua storia possa essere un modo per far conoscere, ancora una volta, le violenze e gli abusi che gli animali subiscono, anche quando si pensa che siano protetti».