Protesta dei residenti di via Wild per la sicurezza dell’incrocio: “anche la segnaletica non aiuta”
NOVARA – Chiedono più sicurezza i residenti di via Wild e corso Trieste, a S. Agabio, dopo l’incidente mortale di mercoledì scorso. Chiedono, soprattutto, che i mezzi pesanti non transitino più dal corso e non girino nella via. L’argomento si ‘trascina’ da molti anni (almeno trenta) e, ancora, non è stato risolto.
«Abbiamo fatto manifestazioni, proteste, ma nulla – sostengono i residenti – è cambiato. Di incidenti, in questo incrocio, ne succedono tanti. Siamo stanchi: abbiamo paura. Siamo già al secondo, se non al terzo, morto. Vorremmo più sicurezza e che, finalmente, i mezzi pesanti non transitino più lungo via Wild: non dovrebbero proprio passare più sul corso, in mezzo all’abitato. Via Wild non è una strada adeguata».
NOVARA – Chiedono più sicurezza i residenti di via Wild e corso Trieste, a S. Agabio, dopo l’incidente mortale di mercoledì scorso. Chiedono, soprattutto, che i mezzi pesanti non transitino più dal corso e non girino nella via. L’argomento si ‘trascina’ da molti anni (almeno trenta) e, ancora, non è stato risolto.
«Abbiamo fatto manifestazioni, proteste, ma nulla – sostengono i residenti – è cambiato. Di incidenti, in questo incrocio, ne succedono tanti. Siamo stanchi: abbiamo paura. Siamo già al secondo, se non al terzo, morto. Vorremmo più sicurezza e che, finalmente, i mezzi pesanti non transitino più lungo via Wild: non dovrebbero proprio passare più sul corso, in mezzo all’abitato. Via Wild non è una strada adeguata».
Un problema, che, per i residenti, in questi ultimi anni, si è aggravato. «Da quando hanno rifatto i marciapiedi, ampliandoli – dicono dal condominio di via Wild – la situazione è peggiorata. Ovviamente i camionisti, per svoltare, devono fare curve più ampie e il pericolo è maggiore. Abbiamo avuto anche un autoarticolato che è finito dentro a un alloggio del condominio. Fortunatamente nessuno si è fatto male, ma la paura è stata tanta. Un tir che trasportava prosciutti. Anche gli attraversamenti pedonali, così messi come sono in questa zona, non sono confacenti a questi passaggi. Ogni volta che usciamo con l’auto dal cortile del condominio, temiamo qualche incidente. Ormai lo sappiamo e guardiamo quattro, se non anche cinque volte. Proprio in tema di segnaletica, anche la striscia per lo stop dei veicoli, legato proprio al fatto che svoltano lunghi tir, dovrebbe essere posta molto più indietro. Noi che viviamo qui, ad esempio, sapendolo, ci fermiamo qualche metro prima. Chi non lo sa, è un guaio».
Altre strade dove passare per i tir per recarsi al Boschetto o all’area del polo chimico non ce ne sono. O meglio: due alternative esisterebbero, ma una è altrettanto poco sicura e l’altra, al momento, non è percorribile. «Una è via Marco Polo – spiega Sandro Bertona, santagabiese e responsabile del gruppo di protezione civile Cb Scorpion – ma è impensabile far transitare i mezzi in questa zona. Non c’è un semaforo e, soprattutto, c’è grande passaggio di bambini (altrettanto sarebbe per via Cristoforo Colombo, ndr). Ci sarebbe il ponte sul Terdoppio, tra via Fauser e via Panseri, costruito anni fa dalle Fs proprio per servire Cim e Boschetto, ma sinora in Comune nessuno pare si sia voluto prendere carico di quella viabilità, ritenuta inadeguata. Eppure risolverebbe il problema».
Ai timori dei residenti risponde l’assessore alla Mobilità, Giulio Rigotti «Non conosco ancora la dinamica esatta dell’incidente, ma, da quel che ho letto, sembra il ‘classico’ incidente da incrocio. Certo la questione del passaggio dei mezzi pesanti su corso Trieste è da risolvere. C’è una proposta al Parlamento europeo per l’utilizzo, per i mezzi pesanti, di specchietti specifici, in grado di eliminare il rischio di ‘punti ciechi’, punti dai quali il conducente non riesce ad avere una visibilità corretta. Questo sarebbe molto importante. Purtroppo, rispetto all’Europa, come codice della strada per le biciclette, e non solo, siamo indietro di 20 anni. Quanto al caso di S. Agabio, si era messo a bilancio, nel 2014, una cifra da destinare a un’importante segnaletica da apporre in tangenziale (in accordo anche con l’Anas), dove indicare ai mezzi pesanti il divieto di transito sul corso. Una risorsa, poi, soppressa. Cercheremo di riottenerla. Ne parlerò anche con la Polizia locale».
mo.c.