Prostituzione in appartamento con... la ghirlanda

Sentenza per l’alloggio a luci rosse in un palazzo di via Custodi a Novara.

Prostituzione in appartamento con... la ghirlanda
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Prostituzione in appartamento con... la ghirlanda. Sentenza per l’alloggio a luci rosse in un palazzo di via Custodi a Novara.

Prostituzione in appartamento con... la ghirlanda

Si è concluso con una condanna a un anno e sei mesi con la condizionale e un’assoluzione, martedì, in Tribunale a Novara, un processo per sfruttamento della prostituzione in un alloggio di via Pietro Custodi, a pochi passi dal centro città.
Il pubblico ministero, alla penultima udienza, aveva chiesto due anni e mezzo di reclusione per entrambi gli imputati. Un procedimento che vede alla sbarra una coppia di coniugi, Anyelina Del Carmen Fabian Angeles, cittadina dominicana di 33 anni, e Giuseppe Finotello di 38 anni, entrambi, a quanto risulta, domiciliati a Vercelli.

Un'assoluzione e una condanna

Il Tribunale, martedì, ha assolto l’uomo e ha, invece, condannato la donna a 18 mesi.
Una vicenda emersa grazie a una serie di segnalazioni fatte dai residenti nella palazzina, che avevano notato continui viavai in un alloggio al terzo piano dell’edificio e che avevano così riferito la situazione a un’avvocatessa anche lei residente nello stabile. Un argomento che era stato anche al centro di riunioni di condominio. Erano stati così allertati i carabinieri, cui era stata evidenziata l’intera situazione.

Allertati i Carabinieri

Per segnalare la casa ‘a luci rosse’, sulla porta dell’appartamento era stata collocata una ghirlanda di fiori, in modo che i clienti, avvisati telefonicamente di questo segno distintivo, non si confondessero. I carabinieri si erano messi così a monitorare la situazione e a fare una serie di indagini e, nella primavera del 2015, erano intervenuti nell’appartamento. Qui avevano trovato centinaia di preservativi, altro materiale e quindi due persone che si prostituivano nell’alloggio. Era presente, in una stanza separata, anche l’attuale imputata, cui, come contestato dall’accusa, era locato l’appartamento.

Metà dell'affitto

Stando alla tesi dell’accusa i due coniugi, in concorso, avrebbero fornito la disponibilità di una stanza a due persone, una prostituta e un viados, in cambio del pagamento della metà dell'affitto dell’intero alloggio. Un alloggio condotto in locazione in forza di un contratto che, tra l’altro, prevedeva il divieto di sub-locare e dare anche solo in comodato temporaneo l’abitazione a terzi. Gli appuntamenti nella casa sarebbero avvenuti in base a contatti personali, ma anche ad annunci messi su giornali e siti web.

La difesa

Stando alle difese, per i difensori della donna è chiaro che in quell’alloggio si esercitasse attività di prostituzione, ma non ci sarebbe alcuna prova dello sfruttamento del meretricio. Per il difensore del 38enne, invece, non ci sarebbe alcuna prova del coinvolgimento del suo assistito, a maggior ragione che in quella casa nessuno l’aveva mai visto. Così ha ritenuto il Tribunale, che ha assolto Finotello, condannando però la compagna.
mo.c.

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