Processo sul ‘voto di scambio’: dalle intercettazioni emerse tutto

NOVARA, Seconda udienza, martedì pomeriggio in Tribunale a Novara, per il processo per il voto di scambio che vede come principale imputato l’ex assessore all’Istruzione della Giunta di Massimo Giordano e consigliere d’opposizione nell’amministrazione di Andrea Ballarè, Raimondo Giuliano, 52 anni.
A Palazzo Fossati sono stati ascoltati ancora diversi testi, cui è stato chiesto se riconoscevano o meno la propria firma apposta sulle schede per la presentazione delle liste del Pdl e di Gioventù Novarese alle elezioni comunali del 2011, quelle poi vinte dalla coalizione di centrosinistra. Ad andare un po’ oltre, entrando nella nascita dell’inchiesta che ha poi portato all’odierno processo, l’ultimo testimone ascoltato, un luogotenente del comando provinciale dell’Arma: «stavamo indagando sull’omicidio Marcoli e in occasione di un’intercettazione relativa a un personaggio che monitoravamo era uscito qualcosa che sembrava interessante». Una realtà estranea al delitto, ma che necessitava indagare, tra cui promesse di interessamento – questa l’accusa sostenuta dal pm Nicola Serianni – da parte di Giuliano per far ottenere posti di lavoro, case popolari, in cambio di promesse di voto. Alla sbarra, con Giuliano, ci sono altre 23 persone. Prossima udienza il 19 dicembre.
mo.c.
Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola
NOVARA, Seconda udienza, martedì pomeriggio in Tribunale a Novara, per il processo per il voto di scambio che vede come principale imputato l’ex assessore all’Istruzione della Giunta di Massimo Giordano e consigliere d’opposizione nell’amministrazione di Andrea Ballarè, Raimondo Giuliano, 52 anni.
A Palazzo Fossati sono stati ascoltati ancora diversi testi, cui è stato chiesto se riconoscevano o meno la propria firma apposta sulle schede per la presentazione delle liste del Pdl e di Gioventù Novarese alle elezioni comunali del 2011, quelle poi vinte dalla coalizione di centrosinistra. Ad andare un po’ oltre, entrando nella nascita dell’inchiesta che ha poi portato all’odierno processo, l’ultimo testimone ascoltato, un luogotenente del comando provinciale dell’Arma: «stavamo indagando sull’omicidio Marcoli e in occasione di un’intercettazione relativa a un personaggio che monitoravamo era uscito qualcosa che sembrava interessante». Una realtà estranea al delitto, ma che necessitava indagare, tra cui promesse di interessamento – questa l’accusa sostenuta dal pm Nicola Serianni – da parte di Giuliano per far ottenere posti di lavoro, case popolari, in cambio di promesse di voto. Alla sbarra, con Giuliano, ci sono altre 23 persone. Prossima udienza il 19 dicembre.
mo.c.
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