Processo per Ludovica, morta al luna park: emergono altre negligenze e mancanze
La deposizione dei testi tecnici ha ribadito uno scenario di documentazioni incomplete

Emergono ancora mancati controlli, documentazioni incomplete e negligenze anche nell’ultima udienza per la morte di Ludovica Visciglia, la studentessa di 15 anni di Trecate, deceduta il 12 marzo 2023 in seguito alle ferite riportate nell’incidente avvenuto al Luna Park di Galliate, sulla giostra “Mini Tagadà”.
Processo per Ludovica, morta al luna park
Ieri, giovedì 20 febbraio, sono avvenute le deposizioni di tre testi “tecnici”. Per la morte di Ludovica sono a giudizio: l’allora sindaco di Galliate Claudiano di Caprio; il Comandante della Polizia locale Angelo Falcone; l’ingegner Graziano Minero, il professionista che aveva redatto il collaudo annuale della giostra; il proprietario della stessa, Luca Massimiliano Ferri. Il figlio minorenne, di 17 anni all’epoca dei fatti, che sarebbe stato ai comandi al momento dell’incidente, sarà giudicato a parte dal Tribunale dei Minori.
Aveva patteggiato l’ingegner Dario Allegretti, il professionista che aveva firmato il progetto per l’installazione del parco divertimenti. Il professionista aveva potuto accedere al patteggiamento alla pena finale di un anno, avendo scelto di versare un risarcimento in acconto sulla somma che sarà stabilita nel dibattimento, a favore dei genitori e della nonna.
La giostra e la documentazione mancante
Giovedì 20 il primo teste è stato Walter Lazzarotto, responsabile Spresal (Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro) dell’Asl di Novara incaricato della perizia sul Mini Tagadà.
La sua deposizione ha fatto emergere come la giostra, acquistata in Est Europa, risultava avere componenti prodotti nella Repubblica Democratica tedesca, Cecoslovacchia e altri Paesi orientali. Mancavano la data di costruzione, il nome del costruttore. Non aveva alcuni documenti se non un manuale d’istruzione. La documentazione trovata dichiarava il rispetto delle normative Uni (Ente Italiano di Normazione) in materia di macchine e strutture per fiere e parchi di divertimento, ma la documentazione era carente. Mancanza di documentazione che il collaudo doveva far rilevare.
L'autopsia
Il professore Luca Tajana dell’Università di Pavia, autore dell’autopsia, ha riconfermato che il decesso dalla ragazza era avvenuto in seguito a un trauma cranico, con emorragie diffuse, dovuto all’impatto violentissimo contro un corpo piatto non acuminato.
Confermato che Ludovica era in perfetta salute e non aveva assunto alcool, stupefacenti o farmaci. Confermato che fra i capelli della giovane erano stati rinvenuti elementi vegetali minimi. Il medico ha poi confermato che i soccorsi erano giunti in tempo e senza ritardi e che la gravità delle ferite aveva reso inutile l’intervento.
Vi è poi stata la deposizione dell’ingegner Dario Allegretti, il professionista che aveva firmato il progetto per l’installazione del parco divertimenti. Nella sua ricostruzione ha affermato che era la prima volta che operava a Galliate. Che aveva avuto una vecchia planimetria dal Comune e aveva dovuto modificarla, perché in quella il Mini Tagadà non c’era.
La planimetria carente e quella commissione programmata per il lunedì dopo
Non erano segnalati neanche gli alberi nella piazza e il professionista se ne sarebbe accorto tramite Google. L’aspetto più importante è però stato quello che il progetto presentato al Comune doveva essere poi verificato dalla commissione apposita. Quella commissione prevista per il lunedì successivo all’apertura del luna park. Commissione che avrebbe verificato, se fatta prima, l’incongruenza degli ingombri.
Prossima udienza il 19 marzo.