Processo Eternit bis, la sentenza non arriverà prima di gennaio
Per i rappresentanti dell’accusa, infatti, «Schmidheiny sapeva bene che di amianto si muore, ma, nel nome del profitto, ha deciso di andare avanti il più possibile, promuovendo la disinformazione dei lavoratori e della popolazione attorno allo stabilimento, poi abbandonato in uno stato di degrado e rimasto una grave fonte di inquinamento ambientale per anni, e dopo la chiusura della fabbrica ha cercato di allontanare da sé ogni responsabilità attraverso una precisa strategia comunicativa».
Il processo Eternit bis è proseguito alla Corte d'Assise d'Appello di Torino mercoledì 4 dicembre: la sentenza non arriverà prima di gennaio.
A Torino è proseguito il processo Eternit bis davanti alla Corte d'Assise d'Appello
E’ proseguito mercoledì 4 dicembre, davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Torino, il processo Eternit bis. A giudizio, come noto, c’è l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, di 77 anni.
Non per omicidio colposo, come stabilito dalla sentenza del giugno 2023 della Corte d’Assise di Novara, che gli ha inflitto 12 anni di reclusione per una parte dei 392 ex lavoratori e cittadini morti di mesotelioma per aver respirato le polveri dell’Eternit di Casale Monferrato, da lui controllata tra la metà degli anni Settanta e il 1986, ma per omicidio internazionale. Per i rappresentanti dell’accusa, infatti, «Schmidheiny sapeva bene che di amianto si muore, ma, nel nome del profitto, ha deciso di andare avanti il più possibile, promuovendo la disinformazione dei lavoratori e della popolazione attorno allo stabilimento, poi abbandonato in uno stato di degrado e rimasto una grave fonte di inquinamento ambientale per anni, e dopo la chiusura della fabbrica ha cercato di allontanare da sé ogni responsabilità attraverso una precisa strategia comunicativa». Sono questi, in estrema sintesi, i motivi esposti dai pm, Gianfranco Colace, a “giustificazione” di una richiesta di condanna del miliardario svizzero per omicidio intenzionale appunto, e alla pena dell’ergastolo. Mercoledì 4 è tornata in aula la difesa, con l’avvocato Astolfo Diamato. E’ entrata, dunque, nel vivo la discussione sostenuta da uno dei legali del magnate. Di nuovo in Corte di Assise a Como, salvo novità, il 18 dicembre. in quell’occasione verrà ascoltata un’altra volta la difesa, con la relazione dell’avvocato Guido Carlo Alleva.