Tribunale

Omicidio di Pombia: mercoledì sarà il giorno della verità

I legali potrebbero chiedere uno sconto di pena per i loro assistiti

Omicidio di Pombia: mercoledì sarà il giorno della verità
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Omicidio di Pombia: si avvicina il giorno del processo d'Appello sull'assassinio di Matteo Mendola.

Omicidio di Pombia: il 19 sarà il giorno della verità

E’ stato fissato per mercoledì 19 febbraio, a Torino, il processo d’Appello per il delitto nei boschi di Pombia. Dopo l’assoluzione del presunto mandante, l’imprenditore gelese Giuseppe Cauchi, 53 anni, si avvicina l’ora della verità per il bustese Antonio Lembo, 30 anni, esecutore materiale e reo confesso, e per il suo complice aretino, Angelo Mancino, di 40, entrambi già condannati a 30 anni il 14 novembre 2018. Al centro del procedimento, come noto, l’omicidio dell’operaio Matteo Mendola, avvenuto il 5 aprile dell’anno precedente.

I fatti

Il corpo senza vita del giovane, anch’esso originario di Gela, fu avvistato nei pressi di un capannone di una vecchia fabbrica dismessa, la “MirPlast”, da un pensionato che stava compiendo una passeggiata mattutina nella valle del Ticino. Fatali a Mendola due colpi di pistola all’addome. Ma prima era stato massacrato col calcio dell’arma e con una batteria per auto. Una notte di barbarie. Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo si erano presto indirizzate verso Lembo, Mancino e Cauchi. Nei confronti di quest’ultimo, la Corte d’Assise del tribunale di Novara ha però ritenuto insufficienti le prove a suo carico: non fu lui a ordinare l’omicidio. Killer e complice erano, invece, stati condannati con giudizio abbreviato, e senza attenuanti. La sera dei fatti, secondo l’accusa, avevano trascinato Mendola nei boschi di Pombia con la scusa di dover andare tutti insieme a commettere dei furti, poi il primo aveva sparato. All’origine, a quanto pare, una faccenda di debiti che Cauchi aveva maturato con i familiari del giovane. Una motivazione, peraltro, mai del tutto accertata. Il delitto, comunque sia, aveva avuto ampio risalto su tutti i media, anche nazionali, per via della sua efferatezza.

Probabile che i legali chiedano uno sconto di pena

Il 19 febbraio prossimo si aggiungerà un’altra tessera al mosaico giudiziario di una delle vicende più discusse degli ultimi anni della cronaca locale. Sul giudizio della Corte di Appello grava l’incognita delle motivazioni (non ancora depositate) con cui lo scorso 22 novembre la Corte d’Assise ha assolto Cauchi. La chiave di questa nuova tappa potrebbe stare proprio in quelle carte attese a giorni e che, salvo sorprese, saranno acquisite agli atti della difesa. Probabile che i legali di Mancino chiedano uno sconto di pena.

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