Il caso

Novara, sentenza storica: risarcita per non aver potuto dire addio al marito in Rsa

Il Tribunale ha riconosciuto il danno da “mancato commiato”: 5mila euro per la signora a cui è stato negato l’ultimo saluto al coniuge morente nel periodo del Covid

Novara, sentenza storica: risarcita per non aver potuto dire addio al marito in Rsa

Arriva dall’edizione cartacea del Corriere di Novara dello scorso 9 ottobre l’eco di una sentenza destinata a far discutere: il Tribunale di Novara ha stabilito che esiste un danno risarcibile per il cosiddetto “mancato commiato”, ossia la negazione della possibilità di dire addio a un congiunto negli ultimi momenti di vita.

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Novara, sentenza storica: risarcita per “mancato commiato”

Il caso riguarda la signora Rosa Anna Z, alla quale era stato impedito di incontrare per l’ultima volta il marito Pietro, ospite di una Rsa a Novara durante la pandemia di Covid-19. La struttura sanitaria è stata condannata a versarle 5mila euro di risarcimento, oltre alle spese legali, “per averle discrezionalmente impedito o comunque di fatto non consentito l’accesso, impedendole di prestare l’ultimo saluto al coniuge morente”.

Secondo quanto ricostruito nella sentenza dello scorso luglio, il 20 gennaio 2021 Rosa venne informata dal direttore sanitario che le condizioni del marito erano gravemente peggiorate e che la sua fine era imminente. Nonostante le richieste della donna, le email rimanevano senza risposta e, quando finalmente venne avvisata dalla caposala, fu invitata a raggiungere la struttura. Tuttavia, considerato il ritardo e il fatto che la morte era ormai imminente, Rosa rifiutò di vedere il marito, giudicando tragicamente vano l’incontro.

Il giudice civile Giuseppe Siciliano, nelle motivazioni depositate di recente, ha spiegato che il diritto al commiato è riconoscibile come danno risarcibile: il comportamento della Rsa, seppur plausibile secondo le norme vigenti all’epoca, è stato giudicato un “eccesso di potere”, esercitato in maniera non del tutto corretta. Siciliano sottolinea che se è risarcibile un danno da vacanza rovinata, non vi è motivo per non riconoscere il danno da sofferenza per non avere potuto stare accanto al proprio coniuge negli ultimi momenti della vita.

La sentenza rappresenta un precedente significativo nel diritto civile italiano, introducendo la possibilità di tutelare il diritto al commiato come momento essenziale per l’elaborazione del lutto e per la dignità dei legami familiari.