Il caso

Novara, quadro rubato e messo all’asta: restituito allo Stato dai Carabinieri

L’opera “San Nicola, invitato dalla Carità, compie un miracolo” attribuita a Giovanni Battista Paggi resterà in Città in attesa di individuare la sede originaria

Novara, quadro rubato e messo all’asta: restituito allo Stato dai Carabinieri
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È stata una segnalazione di un funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Novara, con competenza anche su Vercelli, Biella e Verbano Cusio Ossola, a far scattare l’indagine: il dipinto “San Nicola, invitato dalla Carità, compie un miracolo”, attribuito al pittore seicentesco Giovanni Battista Paggi, era stato messo illecitamente in vendita nel circuito antiquario piemontese, nonostante fosse vincolato dal 1992.

Novara, quadro rubato e messo all’asta: restituito allo Stato dai Carabinieri

Grazie all’intervento del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino, l’opera è stata confiscata e ufficialmente riconsegnata allo Stato. La cerimonia di consegna si è svolta a Novara, sotto la Cupola della sede della Soprintendenza in corso Cavallotti, alla presenza della soprintendente Beatrice Maria Bentivoglio Ravasio e del maggiore Ferdinando Angeletti, comandante del Nucleo TPC torinese.

Il dipinto, per dimensioni e soggetto, era verosimilmente collocato in origine in un luogo di culto. In passato identificato erroneamente come una raffigurazione di San Filippo Neri, è stato poi ricondotto a San Nicola grazie agli studi della dottoressa Benedetta Brison, che ha scoperto anche disegni preparatori dell'opera. Fino all’individuazione della sua sede originaria, il quadro sarà custodito negli uffici della Soprintendenza di Novara.

L’occasione ha consentito anche di presentare il bilancio 2024 del Nucleo TPC di Torino, che ha recuperato 4867 beni culturali, tra cui 27 dipinti, 5 sculture, 1068 reperti archeologici e 34 numismatici, per un valore stimato di circa 245.130 euro. Sono invece 33 le opere false sequestrate, con un valore complessivo di 648.400 euro.

I risultati arrivano da un’intensa attività di controllo che ha coinvolto case d’asta, fiere antiquariali, siti web, musei, biblioteche, aree archeologiche e dogane, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Le persone denunciate per reati contro il patrimonio culturale sono state 63 solo nei primi mesi del 2024.

 

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