Nel naufragio della sua barca morirono tre 007 e sua moglie: skipper patteggia 4 anni
Il giorno della tragedia a bordo c'erano 21 agenti segreti in missione ufficiale

Si è chiusa con un patteggiamento la vicenda del naufragio avvenuto il 29 maggio dell’anno scorso tra Arona e Lisanza.
Nella foto la barca su cui è avvenuta la tragedia
Naufragio nel lago Maggiore: patteggiata la pena
Claudio Carminati, armatore e capitano della “Good…uria”, la barca con a bordo 007 italiani e stranieri affondata al largo delle coste del lago Maggiore, ha patteggiato quattro anni per omicidio plurimo colposo e naufragio colposo.
L’accordo col pm di Busto Arsizio Massimo De Filippo, che ha coordinato le indagini insieme al procuratore capo Carlo Nocerino, è stato chiuso la scorsa settimana e il patteggiamento – la pena è stata ridotta di un terzo, come prevede il rito – è stato accolto dalla gup, Anna Giorgetti.
La decisione è arrivata, dunque, a poche settimane dalla chiusura delle indagini.
L’house boat si era inabissata di 16 metri e nel naufragio avevano perso la vita Claudio Alonzi, di 62 anni, Tiziana Barnobi, di 53, Anya Bozhkova, 50 anni, la moglie di origine russa del comandante Carminati, e Shimoni Erez, 54 anni, israeliano. Alonzi e Barnobi appartenevano ai servizi segreti italiani, mentre Erez era un ex Mossad.
Quel giorno la barca, con a bordo 21 agenti segreti, era stata noleggiata ufficialmente per festeggiare il suo compleanno. In realtà, così si è scoperto soltanto mesi dopo, al momento della tragedia gli 007 erano in una delicata missione ufficiale.
Gli scampati alla morte erano riusciti a salvarsi raggiungendo la riva a nuoto e con l’aiuto di alcuni natanti.
La perizia e le responsabilità di Carminati
A pesare sulla posizione di Carminati è stata una perizia di 60 pagine redatta da Carlo Ceccarelli – è stato uno dei periti che si sono occupati del naufragio della Costa Concordia – che ha individuato il perché di quel disastro. Tra le cause, per il perito, la sottovalutazione dell’annunciato maltempo, le modifiche artigianali fatte alla barca e la sovrastima dei passeggeri: Carminati ne aveva imbarcati sette in più di quanto previsto dall'omologazione.
Il 16 maggio scorso, poco dopo la chiusura delle indagini, Carminati era stato interrogato e aveva spiegato che la barca era stata sopraffatta dal “downburst”, un evento meteorologico violento e imprevedibile (“Avrei dovuto morire io al posto loro”, aveva detto agli inquirenti).
Ma la tesi non ha convinto l’accusa.