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Ludoteche e parchi gioco: il 50% a rischio chiusura

Se non potremo riaprire ancora per mesi, è realistico pensare che metà delle ludoteche e dei parchi gioco italiani non esisterà più

Ludoteche e parchi gioco: il 50% a rischio chiusura
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La crisi economica portata dal Coronavirus colpisce duramente anche ludoteche e parchi gioco: chiuse ormai da oltre due mesi, queste strutture – che offrono a bambini e genitori intrattenimento, giochi, animazione, baby parking e in molti casi anche laboratori e attività educative – rischiano di non risollevarsi dopo l’emergenza. Eppure potrebbero essere sfruttate proprio per aumentare l’offerta di servizi alle famiglie che, durante l’estate, dovranno fare i conti con le limitazioni ai centri estivi, mentre i genitori riprenderanno a lavorare.

Ludoteche e parchi gioco a rischio chiusura

A lanciare questa proposta è il gruppo nazionale Parchi Gioco e Ludoteche Italia, costituitosi nelle ultime settimane per dare voce a una categoria frammentata e dimenticata. «Quando è iniziato il lockdown in tutta Italia ludoteche e parchi gioco hanno chiuso senza sapere quando avrebbero potuto riprendere l’attività, e l’incertezza permane» spiega Cinzia Castellazzi, la titolare di una ludoteca di Trezzano sul Naviglio che all’inizio di marzo ha dato il via con alcuni colleghi alla creazione del gruppo. «Molti di noi hanno già deciso di cessare l’attività perché è impossibile sostenere affitti e costi fissi –continua Castellazzi–. Se non potremo riaprire ancora per mesi, è realistico pensare che metà delle ludoteche e dei parchi gioco italiani non esisterà più dopo la pandemia. In tutta Italia stimiamo ci siano oltre 2.500 realtà in grande sofferenza, che muovono una forza lavoro di 20.000 persone. Tutte, al momento, senza prospettive e senza tutele».

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