Lesa, in una villa collezione di opere rubate: 65 restituite alla Spagna, le altre restano sotto sequestro
Appartenevano all’imprenditore Gunther Kiss. Indagine dei Carabinieri e causa civile in corso

Una villa affacciata sul Lago Maggiore, a Lesa, nascondeva una collezione d’arte di straordinario valore e altrettanta complessità legale.
Lesa, in una villa collezione di opere rubate
Nei giorni scorsi, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno restituito alle autorità spagnole 65 beni d’arte — tra cui una pregiata pala d’altare del XVI secolo, specchiere, dipinti, arazzi, mobili e sculture — risultati illecitamente esportati. Ma non è finita qui.
Nella villa restano infatti custodite altre opere della stessa collezione, di provenienza non spagnola, sotto sequestro in attesa della fine del processo civile per la successione ereditaria dell’ex proprietario dell’immobile, Gunther Kiss. L’imprenditore, di origini tedesche e cittadinanza svizzera, è deceduto nel 2023 all’età di 81 anni.
Kiss, che aveva fatto fortuna con brevetti tecnologici e possedeva residenze anche in Grecia e Marocco, aveva cercato nel 2018 di ottenere il permesso per trasferire parte della collezione in Italia. Ma la richiesta era stata respinta dalle autorità spagnole. Ciononostante, lui e la moglie — anch’essa deceduta nel 2023 — decisero ugualmente di spostare le opere nella villa di Lesa.
Proprio qui, nel 2023, scattò l’operazione “Retablo” (pala d’altare, in castigliano), quando i Carabinieri intervennero con un controllo che ha permesso il sequestro dei beni ritenuti esportati illegalmente. Il caso era stato segnalato alla Soprintendenza di Novara da un avvocato, insospettito dalla provenienza dubbia di alcune opere. La Soprintendenza informò i militari, che intervennero simulando un controllo per verificare la presenza di armi.
La pala d’altare, scolpita e dorata, è valutata oltre 350 mila euro. Secondo le indagini, proveniva da una villa a Marbella, in Spagna, appartenente alla stessa famiglia, dove erano custoditi originariamente anche altri beni poi esportati illegalmente. Alcuni di questi erano già stati venduti tramite una casa d’aste genovese.
Oggi, mentre i beni spagnoli sono stati riconsegnati al loro Paese d’origine, le altre opere restano in Italia. Sulla loro sorte si attende l’esito della causa civile in corso al Tribunale di Verbania, intentata da alcuni creditori della coppia. Dell’eredità, nel frattempo, si sta occupando una fondazione con sede in Liechtenstein.