Inchiesta sui soccorsi pilotati: chiesta la citazione del Ministero dell’Interno

Inchiesta sui soccorsi pilotati: chiesta la citazione del Ministero dell’Interno
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NOVARA, Semplice rinvio al 5 dicembre per la richiesta di prove, in Tribunale a Novara, per il processo relativo alla seconda tranche dell'inchiesta che ha coinvolto alcuni agenti della Polstrada di Novara Est. Un secondo filone dell’inchiesta sui ‘soccorsi pilotati’ lungo l’A4, che ruota intorno alla figura dell’agente Valerio Cuppone, di Galliate, assistito dagli avvocati Celestino Corica e Riccardo Tacca, che si trova alla sbarra con altri soggetti, che sono stati rinviati a giudizio lo scorso mese di aprile, a conclusione dell’udienza preliminare.

Si tratta degli imprenditori Luciano Archimede Crisafulli, 47enne torinese, e Antonino Cirrincione, 45enne di Galliate, titolare dell’omonima ditta di autosoccorso, e del dipendente di quest’ultimo, Omar Spagnuolo. Stando all’accusa, pm Silvia Baglivo, il poliziotto della stradale avrebbe favorito le aziende degli amici, controllando i mezzi di loro concorrenti e quindi, sempre secondo l’accusa, sottoponendoli a sanzioni e fermi: il tutto, sostiene la Procura, ricevendone in cambio denaro e cene.

Martedì è stata chiesta la citazione del ministero dell’Interno, che potrebbe costituirsi, nell’ambito del processo, come parte civile.

mo.c.


NOVARA, Semplice rinvio al 5 dicembre per la richiesta di prove, in Tribunale a Novara, per il processo relativo alla seconda tranche dell'inchiesta che ha coinvolto alcuni agenti della Polstrada di Novara Est. Un secondo filone dell’inchiesta sui ‘soccorsi pilotati’ lungo l’A4, che ruota intorno alla figura dell’agente Valerio Cuppone, di Galliate, assistito dagli avvocati Celestino Corica e Riccardo Tacca, che si trova alla sbarra con altri soggetti, che sono stati rinviati a giudizio lo scorso mese di aprile, a conclusione dell’udienza preliminare.

Si tratta degli imprenditori Luciano Archimede Crisafulli, 47enne torinese, e Antonino Cirrincione, 45enne di Galliate, titolare dell’omonima ditta di autosoccorso, e del dipendente di quest’ultimo, Omar Spagnuolo. Stando all’accusa, pm Silvia Baglivo, il poliziotto della stradale avrebbe favorito le aziende degli amici, controllando i mezzi di loro concorrenti e quindi, sempre secondo l’accusa, sottoponendoli a sanzioni e fermi: il tutto, sostiene la Procura, ricevendone in cambio denaro e cene.

Martedì è stata chiesta la citazione del ministero dell’Interno, che potrebbe costituirsi, nell’ambito del processo, come parte civile.

mo.c.


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