Il Rotary Valticino ha incontrato Claudio Gaudino, preparatore atletico di Juventus e Inter

Ha parlato dell'evoluzione della preparazione fisica

Il Rotary Valticino ha incontrato Claudio Gaudino, preparatore atletico di Juventus e Inter
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Ha parlato dell'evoluzione della preparazione fisica

«All’inizio non è stato facile: quando, nel 1983, Giovanni Trapattoni mi ha presentato ai giocatori della Juventus, Beppe Furino mi ha preso da parte e mi ha detto che aveva vinto sei scudetti senza aver mai avuto bisogno dell’aiuto di un preparatore. E lo stesso Boniperti mi diceva di non farmi vedere troppo in giro prima delle partite...». Con queste parole Claudio Gaudino, uno tra i più noti preparatori atletici italiani, lo scorso lunedì 10 ottobre ha illustrato le difficoltà incontrate agli inizi di una carriera che lo ha poi visto fornire per decenni un contributo fondamentale ai successi di importanti club calcistici, tra cui Juventus e Inter, di alcune squadre di basket e delle nazionali italiane di calcio e di atletica leggera.

Invitato al Rotary Club Valticino di Novara, presieduto da Angelo Danieli, per parlare dell'evoluzione della preparazione fisica nel calcio dagli anni ‘80 a oggi, Gaudino, biellese classe 1948, ha intrattenuto i soci rotariani con una serie di considerazioni e di aneddoti ricavati da un’esperienza decennale passata a tu per tu con i più grandi campioni del calcio nazionale e internazionale. "Nella prima squadra della Juve di cui sono entrato a far parte – ha raccontato – giocava un certo Michel Platini, che non era certo eccezionale dal punto di vista fisico. Dopo avere rivisto, dopo decenni, le registrazioni di quello che lui faceva durante le partite mi sono reso conto che percorreva mediamente la distanza che oggi fa un portiere… Anche se il dato relativo a quanto si corre è uno dei meno importanti, questo confronto è comunque indicativo di quanta differenza ci sia tra il calcio di oggi e quello che si giocava negli ultimi decenni del Novecento".

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