Il femminicidio «tra paura e rabbia»

Il femminicidio «tra paura e rabbia»
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Il recente caso di “femminicidio” avvenuto a Novara, quello di Gisella Purpura, morta tra i passanti in corso Cavour, che vede come imputato il marito Bilel Ilahi, ha portato la citta? nel contesto nazionale dove negli ultimi tempi si susseguono episodi di questo tipo. Per capire meglio il fenomeno abbiamo intervistato Marilena Guglielmetti, novarese di professione giurista, neurocriminologo ed investigatore. Nel corso degli anni si e? anche occupata di casi di questo tipo. Inoltre, in merito al delitto Purpura transitando nei pressi, ha anche vissuto quei tragici momenti susseguenti alla morte della donna.

Secondo le sue analisi quali sono le cause principali del fenomeno “femminicidio” a livello sociale?

«Le ricerche criminologiche in tema di violenza di genere mostrano con freddezza che su dieci femminicidi, sette sono preceduti da altre forme di violenza. I dati dell’Istat, parlano chiaro: 6 milioni 788 mila, ossia il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ( quasi una su tre) hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica ( il 20,2% ) o sessuale ( il 21%). Veri propri stupri o tentati, il 62,7% dei quali commessi da un partner attuale o precedente. Aumentano i modo preoccupante, i bambini costretti, loro malgrado, ad assistere ad episodi di violenza sulla propria madre. Sono loro le vittime secondarie dei femminicidi, spesso scatenati da movente passionale, una rabbia che esplode incurante dei danni alla donna e ai bambini, che come ben noto, essere stati spettatori di tali brutalita? puo? far loro immagazzinare come “normale” l’uso della violenza, segnandoli definitivamente nella loro esistenza futura. Un dramma nel dramma. La vittima donna, muore per mano di un uomo che quasi sempre, da tempo era gia? il suo aguzzino. Un' escalation di violenza, che sfocia in delitti "annunciati". Frasi oramai di prassi. Titoli di giornali cui ci si sta abituando. Nemmeno il tempo di capire una storia, che ne accade un' altra. Cambiano i volti, ma forma comportamentali si somigliano. Ci stiamo abituando al dramma della violenza. Sono 76 vittime dall'inizio anno. Questo quadro sconcertante paralizza ancora maggiormente chi si appresti a provare a fare una riflessione sul tema».

m.d.

LEGGI L'INTERVISTA COMPLETA SUL CORRIERE DI NOVARA DI GIOVEDI' 11 AGOSTO 2016 DISPONIBILE IN VERSIONE DIGITALE SFOGLIABILE 

Il recente caso di “femminicidio” avvenuto a Novara, quello di Gisella Purpura, morta tra i passanti in corso Cavour, che vede come imputato il marito Bilel Ilahi, ha portato la citta? nel contesto nazionale dove negli ultimi tempi si susseguono episodi di questo tipo. Per capire meglio il fenomeno abbiamo intervistato Marilena Guglielmetti, novarese di professione giurista, neurocriminologo ed investigatore. Nel corso degli anni si e? anche occupata di casi di questo tipo. Inoltre, in merito al delitto Purpura transitando nei pressi, ha anche vissuto quei tragici momenti susseguenti alla morte della donna.

Secondo le sue analisi quali sono le cause principali del fenomeno “femminicidio” a livello sociale?

«Le ricerche criminologiche in tema di violenza di genere mostrano con freddezza che su dieci femminicidi, sette sono preceduti da altre forme di violenza. I dati dell’Istat, parlano chiaro: 6 milioni 788 mila, ossia il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ( quasi una su tre) hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica ( il 20,2% ) o sessuale ( il 21%). Veri propri stupri o tentati, il 62,7% dei quali commessi da un partner attuale o precedente. Aumentano i modo preoccupante, i bambini costretti, loro malgrado, ad assistere ad episodi di violenza sulla propria madre. Sono loro le vittime secondarie dei femminicidi, spesso scatenati da movente passionale, una rabbia che esplode incurante dei danni alla donna e ai bambini, che come ben noto, essere stati spettatori di tali brutalita? puo? far loro immagazzinare come “normale” l’uso della violenza, segnandoli definitivamente nella loro esistenza futura. Un dramma nel dramma. La vittima donna, muore per mano di un uomo che quasi sempre, da tempo era gia? il suo aguzzino. Un' escalation di violenza, che sfocia in delitti "annunciati". Frasi oramai di prassi. Titoli di giornali cui ci si sta abituando. Nemmeno il tempo di capire una storia, che ne accade un' altra. Cambiano i volti, ma forma comportamentali si somigliano. Ci stiamo abituando al dramma della violenza. Sono 76 vittime dall'inizio anno. Questo quadro sconcertante paralizza ancora maggiormente chi si appresti a provare a fare una riflessione sul tema».

m.d.

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