Giacomini, cronaca di un “golpe” aziendale

Il primo round, Andrea Giacomini e il defunto padre Alberto, lo avevano vinto a dicembre 2015 in Tribunale a Milano, il secondo (vedi “Corriere” di martedì 3) la scorsa settimana in Tribunale a Messina: per entrambi le Corti (il giudizio è di primo grado), e per quanto di competenza, la loro estromissione dall’azienda - colosso della rubinetteria a livello mondiale - ad opera di Elena, Corrado e della figlia di quest’ultimo, Valentina, fu in qualche modo viziata. Ma le difese non ci stanno, si dicono sorprese se non addirittura allibite, e annunciano battaglia a 360 gradi, su tutti i fronti, certi di ribaltare le sentenze oggi sfavorevoli nei giudizi di Appello.
Una saga famigliare e uno scontro epocale, col contorno di una presunta megaevasione fiscale che vede peraltro tutti quanti riuniti davanti al Tribunale di Novara, chiamato ad esprimersi al riguardo: prossima udienza il 27 settembre.
AGOSTO DI FUOCO
Fu un agosto di fuoco quello del 2011, ruotante intorno ad una vacanza in Sicilia del patron Alberto, fondatore e presidente dell’azienda. Il giorno 18, nella località turistica, fu convocato un importante Consiglio di amministrazione in assenza però del figlio Andrea, Consiglio che convocò una assemblea societaria da tenersi il successivo giorno 31 a Milano. Ebbene, nell’ambito del suddetto Cda la giovane Valentina avrebbero ottenuto una delega da parte del padre Alberto, “abusando dello stato di decadimento psichico in cui lo stesso temporaneamente versava”, ricoverato in ospedale appunto per un malore. E il 31, a Milano, ci fu il “golpe”. Ma gli accusati negano strenuamente.
Paolo Viviani
leggi il servizio sul Corriere di Novara di giovedì 5 maggio
Il primo round, Andrea Giacomini e il defunto padre Alberto, lo avevano vinto a dicembre 2015 in Tribunale a Milano, il secondo (vedi “Corriere” di martedì 3) la scorsa settimana in Tribunale a Messina: per entrambi le Corti (il giudizio è di primo grado), e per quanto di competenza, la loro estromissione dall’azienda - colosso della rubinetteria a livello mondiale - ad opera di Elena, Corrado e della figlia di quest’ultimo, Valentina, fu in qualche modo viziata. Ma le difese non ci stanno, si dicono sorprese se non addirittura allibite, e annunciano battaglia a 360 gradi, su tutti i fronti, certi di ribaltare le sentenze oggi sfavorevoli nei giudizi di Appello.
Una saga famigliare e uno scontro epocale, col contorno di una presunta megaevasione fiscale che vede peraltro tutti quanti riuniti davanti al Tribunale di Novara, chiamato ad esprimersi al riguardo: prossima udienza il 27 settembre.
AGOSTO DI FUOCO
Fu un agosto di fuoco quello del 2011, ruotante intorno ad una vacanza in Sicilia del patron Alberto, fondatore e presidente dell’azienda. Il giorno 18, nella località turistica, fu convocato un importante Consiglio di amministrazione in assenza però del figlio Andrea, Consiglio che convocò una assemblea societaria da tenersi il successivo giorno 31 a Milano. Ebbene, nell’ambito del suddetto Cda la giovane Valentina avrebbero ottenuto una delega da parte del padre Alberto, “abusando dello stato di decadimento psichico in cui lo stesso temporaneamente versava”, ricoverato in ospedale appunto per un malore. E il 31, a Milano, ci fu il “golpe”. Ma gli accusati negano strenuamente.
Paolo Viviani
leggi il servizio sul Corriere di Novara di giovedì 5 maggio