Finisce alla sbarra per riciclaggio. Per i giudici non era riciclaggio, donna prosciolta dalle accuse
NOVARA, Era finita alla sbarra con l’accusa di riciclaggio, tant’è che il pm Francesca Celle aveva chiesto una pena di 3 anni di reclusione. Il difensore, invece, l’avvocato Antonella Abisso, aveva sostenuto come non si trattasse di riciclaggio, reato per cui, stando alla difesa, non c’erano le prove, e che – se di qualche reato si fosse trattato – si poteva configurare al più la truffa. «E’ stata la mia stessa assistita – ha detto l’avvocato – a dare il via alle indagini. Un reato che neppure è configurabile come ricettazione. Al più potrebbe trattarsi di truffa. In questo caso, il reato è anche prescritto». Stando all’accusa l’imputata, una novarese di 46 anni, nel 2010, si era fatta accreditare sulla propria carta Postepay denaro prelevato con la tecnica del ‘phishing’ a ignari correntisti di diverse zone d’Italia. Il tutto da una persona mai identificata. I giudici hanno accolto la tesi difensiva e hanno riqualificato il reato in truffa informatica, dichiarando il non doversi procedere per quelle ipotesi di reato dove manca la denuncia e dichiarando la prescrizione per quelle per cui, invece, ci sono le denunce.
mo.c.
Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola giovedì 12 ottobre
NOVARA, Era finita alla sbarra con l’accusa di riciclaggio, tant’è che il pm Francesca Celle aveva chiesto una pena di 3 anni di reclusione. Il difensore, invece, l’avvocato Antonella Abisso, aveva sostenuto come non si trattasse di riciclaggio, reato per cui, stando alla difesa, non c’erano le prove, e che – se di qualche reato si fosse trattato – si poteva configurare al più la truffa. «E’ stata la mia stessa assistita – ha detto l’avvocato – a dare il via alle indagini. Un reato che neppure è configurabile come ricettazione. Al più potrebbe trattarsi di truffa. In questo caso, il reato è anche prescritto». Stando all’accusa l’imputata, una novarese di 46 anni, nel 2010, si era fatta accreditare sulla propria carta Postepay denaro prelevato con la tecnica del ‘phishing’ a ignari correntisti di diverse zone d’Italia. Il tutto da una persona mai identificata. I giudici hanno accolto la tesi difensiva e hanno riqualificato il reato in truffa informatica, dichiarando il non doversi procedere per quelle ipotesi di reato dove manca la denuncia e dichiarando la prescrizione per quelle per cui, invece, ci sono le denunce.
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