Cronaca

Ex sostituto procuratore di Verbania chiede mezzo milione a Csm e Ministero

Per il presunto “danno da perdita di chance“

Ex sostituto procuratore di Verbania chiede mezzo milione a Csm e Ministero

È rimbalzata su tutti i giornali, con vasta eco anche nel Vco e Novarese, la vicenda che riguarda l’attuale procuratore di Pesaro, Marco Mescolini.

Il caso

Entrato in magistratura nel 1996, tra il 1997 e il 2004 aveva svolto le funzioni di sostituto a Verbania, sua prima sede di servizio, prima di essere trasferito a Bologna e poi altrove. A capo della procura pesarese da circa un anno, Mescolini, che di anni ne ha 58 ed è nato a Cesena, ha presentato un ricorso al Tar del Lazio chiedendo un maxi risarcimento di oltre mezzo milione di euro per i danni, a suo dire, cagionati dal trasferimento d’ufficio, nel febbraio del 2021, dalla procura di Reggio Emilia a quella di Firenze, col demansionamento, peraltro, da procuratore capo a sostituto.

Il caso era nato l’anno prima. Nel 2020, così emerge, quattro pubblici ministeri emiliani avevano inviato un esposto al Consiglio superiore della magistratura (Csm) lamentando una “situazione di disagio creatasi per la mancanza di serenità nello svolgimento del lavoro” a causa “dell’asserita perdita di credibilità e autorevolezza dell’istituzione rappresentata, che sarebbe apparsa all’esterno priva di indipendenza”. L’accusa a Mescolini, nello specifico, era quella di aver “favorito” con le sue presunte decisioni il Partito democratico locale in almeno due occasioni. La prima, quando nel gennaio del 2020 avrebbe ritardato la notifica degli avvisi di conclusione indagini per il caso Bibbiano, in cui risultava coinvolto, tra gli altri, anche il sindaco Pd del paese reggiano. La seconda, quando nell’ambito di un’inchiesta su presunte irregolarità nei bandi del Comune di Reggio, l’allora procuratore capo avrebbe chiesto di non iscrivere nel registro degli indagati il primo cittadino e avrebbe temporeggiato per rinviare alcune perquisizioni a dopo le elezioni comunali, per evitare di “influenzarle”.

Il Csm, dunque, aveva ravvisato una “compromissione della credibilità” sul territorio, decidendo per il suo trasferimento fuori dal Distretto emiliano-romagnolo. Una decisione, questa, che era stata poi annullata nel 2024 dal Consiglio di Stato, che ha ravvisato un’istruttoria incompleta ipotizzando, inoltre, che Mescolini sia stato vittima di una presunta manovra politica. Per questo il Csm, dopo aver ascoltato nuovi testimoni, ha reintegrato il magistrato come procuratore capo e la sede scelta è stata quella di Pesaro. Ora Mescolini chiede a Csm e ministero della Giustizia mezzo milione di danno d’immagine e poco meno di 44 mila euro di spese sostenute per vivere (alloggio, trasporti, ecc…) a Firenze.

Ma l’ex pm di Verbania mira anche più in alto: intenderebbe chiedere, infatti, un ulteriore risarcimento, da quantificare con una perizia, per il presunto “danno da perdita di chance“, accusando il Csm di aver provocato, con il suo provvedimento illegittimo, una battuta d’arresto alla sua carriera, che gli avrebbe impedito di maturare negli ultimi anni il curriculum necessario per aspirare al vertice di procure di rilievo (Bologna, Roma o Milano per esempio) o alla Direzione nazionale antimafia.