Espulsione dei due ‘imam’, il Questore: “Sono stati due provvedimenti di natura preventiva”

NOVARA, “Si è trattato di due provvedimenti di natura preventiva firmati dal Ministro dell’Interno. Obiettivo, garantire l’ordine e la sicurezza pubblica. Due provvedimenti molto forti così da prevenire condotte più gravi. Quanto hanno portato avanti questi due soggetti nei loro incontri di preghiera non costituisce reato, ma è qualcosa di potenzialmente lesivo e pericoloso per l’ordine pubblico. Da qui il nostro intervento”.Prima, dunque, che potessero fare qualcosa, nel caso ne avessero avuto intenzione. A parlare è il questore di Novara, Gaetano Todaro, che, oggi lunedì 5 settembre (foto Martignoni), ha tenuto un incontro con i giornalisti sulla questione dei due presunti imam (si sono autoproclamati, ma non sono imam) individuati dalla Digos di Novara ed espulsi sabato pomeriggio con decreto del ministro Alfano. “E’ il risultato di un’azione preventiva della nostra Digos e poi dell’intero nostro personale. Un lavoro di qualche mese, che ha coinvolto tutta la Questura. Un’attività che ha permesso di valutare, capire e ricostruire gli stili di vita di questi due soggetti. Uno stile di vita – commenta il Questore – che travalica il semplice atteggiamento religioso. Un atteggiamento che ha conseguenze sul sociale e sull’ordine pubblico”. Sì, perché i due predicavano riti religiosi dai contenuti marcatamente salafiti, di assoluta chiusura nei confronti della cultura occidentale. Come spiega il Questore, “non lo facevano nel circuito ufficiale, nelle sedi solitamente deputate alla preghiera per i musulmani, ma in luoghi privati. Anzi, voglio aggiungere che la comunità islamica novarese è estranea a quanto accaduto e anzi, come ho letto anche oggi sui giornali e come so, prende le distanze da quanto accaduto. Conducevano questi riti in luoghi privati”.I due, il tunisino e il marocchino, agivano assieme. “Quando il primo scendeva in Tunisia, dove aveva contatti con gente già espulsa, l’altro gli dava il cambio nel ruolo di capo della preghiera. Stavano facendo proseliti. E la cosa che ci ha preoccupato è che sono riusciti a coinvolgere, ad esempio, uno straniero giovanissimo, un minore. Un indottrinamento ultra radicale”. Il luogo dove predicavano è rappresentato da una stanzetta all’interno dell’ex Campo Tav, dove entrambi abitavano. “Uno spazio che già la precedente Amministrazione, e anche quella attuale – spiega Todaro – volevano riprendersi. Una stanza inizialmente adibita ad altro e che poi è diventata stanza da preghiera, usata dai due ‘imam’. Era frequentata da una ventina di persone, di Novara e anche provenienti da fuori”. Interventi nei confronti di chi frequentava questi incontri? “Ascoltare – spiega il Questore – non è reato, certo monitoreremo con attenzione la situazione. Vogliamo assicurare alla cittadinanza che tutto è sotto controllo e che la comunità islamica novarese ha condannato quanto accaduto. La fede religiosa e quanto propugnano i due espulsi, un forte estremismo, sono due cose diverse. Questi erano due personaggi esterni ai normali circuiti”.Monica Curino
NOVARA, “Si è trattato di due provvedimenti di natura preventiva firmati dal Ministro dell’Interno. Obiettivo, garantire l’ordine e la sicurezza pubblica. Due provvedimenti molto forti così da prevenire condotte più gravi. Quanto hanno portato avanti questi due soggetti nei loro incontri di preghiera non costituisce reato, ma è qualcosa di potenzialmente lesivo e pericoloso per l’ordine pubblico. Da qui il nostro intervento”.Prima, dunque, che potessero fare qualcosa, nel caso ne avessero avuto intenzione. A parlare è il questore di Novara, Gaetano Todaro, che, oggi lunedì 5 settembre (foto Martignoni), ha tenuto un incontro con i giornalisti sulla questione dei due presunti imam (si sono autoproclamati, ma non sono imam) individuati dalla Digos di Novara ed espulsi sabato pomeriggio con decreto del ministro Alfano. “E’ il risultato di un’azione preventiva della nostra Digos e poi dell’intero nostro personale. Un lavoro di qualche mese, che ha coinvolto tutta la Questura. Un’attività che ha permesso di valutare, capire e ricostruire gli stili di vita di questi due soggetti. Uno stile di vita – commenta il Questore – che travalica il semplice atteggiamento religioso. Un atteggiamento che ha conseguenze sul sociale e sull’ordine pubblico”. Sì, perché i due predicavano riti religiosi dai contenuti marcatamente salafiti, di assoluta chiusura nei confronti della cultura occidentale. Come spiega il Questore, “non lo facevano nel circuito ufficiale, nelle sedi solitamente deputate alla preghiera per i musulmani, ma in luoghi privati. Anzi, voglio aggiungere che la comunità islamica novarese è estranea a quanto accaduto e anzi, come ho letto anche oggi sui giornali e come so, prende le distanze da quanto accaduto. Conducevano questi riti in luoghi privati”.I due, il tunisino e il marocchino, agivano assieme. “Quando il primo scendeva in Tunisia, dove aveva contatti con gente già espulsa, l’altro gli dava il cambio nel ruolo di capo della preghiera. Stavano facendo proseliti. E la cosa che ci ha preoccupato è che sono riusciti a coinvolgere, ad esempio, uno straniero giovanissimo, un minore. Un indottrinamento ultra radicale”. Il luogo dove predicavano è rappresentato da una stanzetta all’interno dell’ex Campo Tav, dove entrambi abitavano. “Uno spazio che già la precedente Amministrazione, e anche quella attuale – spiega Todaro – volevano riprendersi. Una stanza inizialmente adibita ad altro e che poi è diventata stanza da preghiera, usata dai due ‘imam’. Era frequentata da una ventina di persone, di Novara e anche provenienti da fuori”. Interventi nei confronti di chi frequentava questi incontri? “Ascoltare – spiega il Questore – non è reato, certo monitoreremo con attenzione la situazione. Vogliamo assicurare alla cittadinanza che tutto è sotto controllo e che la comunità islamica novarese ha condannato quanto accaduto. La fede religiosa e quanto propugnano i due espulsi, un forte estremismo, sono due cose diverse. Questi erano due personaggi esterni ai normali circuiti”.Monica Curino