Era andato a comprare le sigarette: scomparso da un mese i

Era andato a comprare le sigarette: scomparso da un mese i
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CAMBIASCA - Era andato a comprare le sigarette: da un mese non si hanno più sue notizie. S’infittisce il mistero della scomparsa di Mario Belotti, 54 anni, originario della provincia di Fermo. Di lui si sono perse le tracce lo scorso 28 giugno quando si era allontanato dall’Eremo di Miazzina (nella foto), dove si trovava per un periodo di convalescenza dopo un intervento chirurgico al cuore, per andare ad acquistare le sigarette al vicino paese di Cambiasca. Una breve passeggiata – circa 15 minuti a piedi - che aveva già fatto altre volte, lungo il facile sentiero che collega la casa di cura al paese: un sentiero che però attraversa i boschi della zona, particolarmente fitti di vegetazione. 
“Sono finito in un dirupo, venite a salvarmi” sono state le sue ultime parole quando col telefonino ha chiamato il 112, intorno alle 19 di quell’ultimo mercoledì del mese di giugno. Immediatamente erano scattate  le ricerche. Fino a sabato 1° luglio, secondo quanto stabilito dal protocollo di ricerca, decine di uomini del soccorso alpino civile e del Sagf, vigili del fuoco e unità cinofile della Croce Rossa Italiana e di altre associazioni hanno setacciato sentieri, boschi e versanti montani e scandagliato i corsi d’acqua. Senza alcun risultato. Neppure l’esame dei filmati del servizio di videosorveglianza di Cambiasca avevano fornito elementi utili al ritrovamento. Sabato è stato fatto un ultimo tentativo con una cinquantina di soccorritori che hanno preso parte ai sopralluoghi; un’intera giornata di ricerche, dalle 8 alle 17.30. «Ci siamo nuovamente concentrati nell’area tra l’Eremo e il rio Ganna, spingendoci verso Ungiasca, andando a setacciare anche zone più distanti ma niente», allarga le braccia Marco Castelli, vice responsabile della Decima delegazione Val d’Ossola del Soccorso alpino civile. All’Eremo sabato è giunto anche il figlio di Belotti per assistere da vicino alle operazioni; ricerche effettuate in un’area boschiva infestata dalla vegetazione: «Sembra impossibile che a poca distanza dalle strade e dalle case ci sia un bosco così fitto ma la situazione è questa: è come cercare un ago in un pagliaio, si lavora in mezzo alle felci e ai rovi, basta passare a solo un metro di distanza da dove magari è caduto, per non riuscire a vederlo», evidenzia Castelli. Nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa gli amici, da queste colonne, avevano lanciato un appello per proseguire le ricerche, come pure aveva fatto l’ex compagna di Belotti descrivendolo come una persona amante della natura e prudente, oltre che buon conoscitore dei boschi, appassionato di funghi. Nessuno crede in una fuga volontaria, si pensa piuttosto ad un drammatico incidente. «Se avesse pensato ad una fuga avrebbe avuto occasioni più favorevoli per farlo» spiega Castelli. Resta il mistero, un giallo che s’infittisce.
Marco De Ambrosis

CAMBIASCA - Era andato a comprare le sigarette: da un mese non si hanno più sue notizie. S’infittisce il mistero della scomparsa di Mario Belotti, 54 anni, originario della provincia di Fermo. Di lui si sono perse le tracce lo scorso 28 giugno quando si era allontanato dall’Eremo di Miazzina (nella foto), dove si trovava per un periodo di convalescenza dopo un intervento chirurgico al cuore, per andare ad acquistare le sigarette al vicino paese di Cambiasca. Una breve passeggiata – circa 15 minuti a piedi - che aveva già fatto altre volte, lungo il facile sentiero che collega la casa di cura al paese: un sentiero che però attraversa i boschi della zona, particolarmente fitti di vegetazione. 
“Sono finito in un dirupo, venite a salvarmi” sono state le sue ultime parole quando col telefonino ha chiamato il 112, intorno alle 19 di quell’ultimo mercoledì del mese di giugno. Immediatamente erano scattate  le ricerche. Fino a sabato 1° luglio, secondo quanto stabilito dal protocollo di ricerca, decine di uomini del soccorso alpino civile e del Sagf, vigili del fuoco e unità cinofile della Croce Rossa Italiana e di altre associazioni hanno setacciato sentieri, boschi e versanti montani e scandagliato i corsi d’acqua. Senza alcun risultato. Neppure l’esame dei filmati del servizio di videosorveglianza di Cambiasca avevano fornito elementi utili al ritrovamento. Sabato è stato fatto un ultimo tentativo con una cinquantina di soccorritori che hanno preso parte ai sopralluoghi; un’intera giornata di ricerche, dalle 8 alle 17.30. «Ci siamo nuovamente concentrati nell’area tra l’Eremo e il rio Ganna, spingendoci verso Ungiasca, andando a setacciare anche zone più distanti ma niente», allarga le braccia Marco Castelli, vice responsabile della Decima delegazione Val d’Ossola del Soccorso alpino civile. All’Eremo sabato è giunto anche il figlio di Belotti per assistere da vicino alle operazioni; ricerche effettuate in un’area boschiva infestata dalla vegetazione: «Sembra impossibile che a poca distanza dalle strade e dalle case ci sia un bosco così fitto ma la situazione è questa: è come cercare un ago in un pagliaio, si lavora in mezzo alle felci e ai rovi, basta passare a solo un metro di distanza da dove magari è caduto, per non riuscire a vederlo», evidenzia Castelli. Nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa gli amici, da queste colonne, avevano lanciato un appello per proseguire le ricerche, come pure aveva fatto l’ex compagna di Belotti descrivendolo come una persona amante della natura e prudente, oltre che buon conoscitore dei boschi, appassionato di funghi. Nessuno crede in una fuga volontaria, si pensa piuttosto ad un drammatico incidente. «Se avesse pensato ad una fuga avrebbe avuto occasioni più favorevoli per farlo» spiega Castelli. Resta il mistero, un giallo che s’infittisce.
Marco De Ambrosis

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