Dopo Report, bufera sul responsabile emergenza Covid per la Regione Piemonte
Nursind Piemonte chiede le dimissioni immediate di Zulian: "Affermazioni gravi e offensive".

Scoppiettante puntata di Report in onda su Rai 3 nella serata di ieri, lunedì 23 novembre 2020. Ampio spazio ad un’inchiesta relativa alla gestione dell’emergenza Covid da parte della sanità piemontese. E questa mattina, la reazione del sindacato degli infermieri non s’è fatta attendere.
Report all’ospedale Mauriziano di Torino
“Siamo allo stremo, la rianimazione è allo sbando.” E ancora: “Per un periodo abbiamo dovuto tenere pazienti negativi con pazienti positivi.“

Inizia con queste testimonianza del personale sanitario del Mauriziano di Torino l’inchiesta del noto programma. Qui la dirigenza sanitaria ha trasformato la palestra riabilitativa in reparto Covid. Il problema è che il locale è inutilizzato in quanto mancano risorse infermieristiche. Senza personale sanitario i reparti allestiti non possono essere attivati. Perciò si crea il paradosso, racconta la giornalista di Report:
“Da un parte i posti letto vuoti, dall’altra il pronto soccorso pieno e i pazienti nei corridoi.”

I bandi per gli infermieri
“Non sono stati fatti i bandi per assumere nuovi infermieri, li stanno facendo adesso in emergenza”.
Così Francesco Coppolella, segretario Nursind Piemonte, ai microfoni del programma. Sono state raccolte inoltre diverse testimonianze di infermieri che si sono contagiati e che – mentre aspettano il risultato del tampone (che può implicare anche una decina di giorni di attesa) – devono continuare a lavorare, rischiando così di infettare i pazienti. E poi c’è la zona grigia, ovvero il luogo dove i pazienti aspettano tutti insieme il referto del tampone, rischiando quindi di contagiarsi nel caso fra loro ci fosse un positivo. Come testimoniano le immagini di Report non sempre è garantita una distanza sufficiente per scongiurare possibili contagi.

Il rischio per gli altri pazienti
A chiudere l’affresco anche la testimonianza di due medici, che pongono l’accento su un’altra questione cruciale: i malati oncologici.
“Per loro c’è il problema di non poter più garantire il percorso, si rischia che diventino non più operabili. Alcuni devono aspettare anche 3 mesi per essere operati.”
“Che giustificazione dà la Regione?”, chiede la giornalista. “Nessuna”, rispondono i medici.