Diego Sozzani condannato a 1 anno e 1 mese

Il parlamentare novarese di Forza Italia è stato condannato a un anno e un mese (pena sospesa), lunedì scorso, 2 ottobre 2023, dal tribunale di Milano nel processo denominato “Mensa dei poveri”.

Lo racconta il Corriere di Novara

Il processo

Tutto era nato dall’inchiesta della Dda milanese su un presunto giro di tangenti tra Milano e Varese che vedeva coinvolti politici, amministratori pubblici e imprenditori, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all'aggiudicazione di appalti pubblici.

Per Diego Sozzani, condannato per il reato di finanziamento illecito, vi era stata da parte dei pm la richiesta di assoluzione per il reato di corruzione. Roberto Cota legale di Diego Sozzani nell’annunciare che vi sarà sicuro il ricorso, ha aggiunto: «In sede di dibattimento è emerso come non vi sia stata corruzione. Ora puntiamo a una assoluzione piena anche per l’altro reato di finanziamento illecito. Si è dimostrata l’inconsistenza di parte delle accuse originariamente formulate»

Un inchiesta che nel maggio del 2019 aveva avuto forti ripercussioni a Novara. Oltre al deputato di Forza Italia, aveva coinvolto Andrea Gallina, amministratore delegato di Acqua Novara Vco spa (in seguito dimessosi) accusato di corruzione in relazione ad un appalto per lo spurgo delle condotte fognarie, pulizia e spurgo degli impianti fognari del territorio compreso nel servizio di Acqua Novara Vco, del valore di circa 6 milioni di euro. Gallina ha patteggiato un anno e 10 mesi in udienza preliminare per turbativa d’asta e corruzione

Nelle carte dell’inchiesta comparivano altri novaresi: Mauro Tolbar, residente a Divignano collaboratore dello studio tecnico di Sozzani, che ha patteggiato 3 anni di carcere in udienza preliminare. Poi il responsabile “acquisti e gare&appalti e logistica” per Acqua Novara Vco spa, condannato a 4 mesi, pena sospesa, e l’ossolano, nativo di Premosello Chiovenda, Gian Maria Radaeli. Quest’ultimo per cui era stata chiesto una pena a 2 anni e 8 mesi è stato assolto dall’accusa di aver emesso nel 2018 una falsa fattura da 10mila euro.