Delitto Gennari, si avvicina l’ora della verità

Delitto Gennari, si avvicina l’ora della verità
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NOVARA - La morte di Andrea Gennari secondo Cristian Guerrini, o meglio, la versione definitiva: il giovane che accolse nella sua baracca l’amico di Nicola Sansarella da quest’ultimo riempito di botte rivelatesi poi appunto fatali dovrà fornirla al gip Angela Fasano in sede di incidente probatorio il prossimo 10 giugno. Quel suo (rinnovato) racconto - finora a quanto pare non proprio preciso - verrà a quel punto “cristallizzato”, diventerà quello definitivo e varrà come prova nel processo che potrebbe già tenersi a cavallo dell’estate. In pratica un “pezzo” di processo anticipato, richiesto dal pm Mario Andrigo (subentrato alla collega Olimpia Bossi, andata a guidare la Procura di Verbania) e accordato dal gip Angela Fasano, con la presenza di tutte le parti: oltre a Guerrini (a piede libero, indagato per concorso in occultamento di cadavere) e al suo difensore Giovanni Agnesina, lo stesso Nicola Sansarella (in carcere con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere) col suo difensore Stefano Allegra; e poi la famiglia della vittima, parte offesa assistita dall’avvocato Fabrizio Cardinali. Farà dunque fede processuale quello che racconterà Guerrini. E comunque non sarà solo un racconto visto che tutti potranno fargli domande. «Di certo dovrà chiarire alcuni punti - dice ad esempio l’avvocato Stefano Allegra - o comunque precisarli». Sì, perché finora pare che Guerrini abbia fornito versioni non sempre concordanti, e comunque passaggi che apparirebbero poco credibili. Dall’incidente probatorio potrebbe anche (finalmente) scaturire una risposta, che è poi quella di base: perché nessuno ha chiamato i soccorsi? Perché Sansarella e Guerrini non hanno accompagnato Gennari al Pronto soccorso? Possibile che nessuno dei due, tra l’altro nell’arco di diverse ore, si sia reso conto dell’agonia del giovane? Pare certo che una semplice telefonata al 118 avrebbe potuto salvargli la vita.

p.v.

leggi il servizio sul Corriere di Novara di lunedì 23 maggio

NOVARA - La morte di Andrea Gennari secondo Cristian Guerrini, o meglio, la versione definitiva: il giovane che accolse nella sua baracca l’amico di Nicola Sansarella da quest’ultimo riempito di botte rivelatesi poi appunto fatali dovrà fornirla al gip Angela Fasano in sede di incidente probatorio il prossimo 10 giugno. Quel suo (rinnovato) racconto - finora a quanto pare non proprio preciso - verrà a quel punto “cristallizzato”, diventerà quello definitivo e varrà come prova nel processo che potrebbe già tenersi a cavallo dell’estate. In pratica un “pezzo” di processo anticipato, richiesto dal pm Mario Andrigo (subentrato alla collega Olimpia Bossi, andata a guidare la Procura di Verbania) e accordato dal gip Angela Fasano, con la presenza di tutte le parti: oltre a Guerrini (a piede libero, indagato per concorso in occultamento di cadavere) e al suo difensore Giovanni Agnesina, lo stesso Nicola Sansarella (in carcere con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere) col suo difensore Stefano Allegra; e poi la famiglia della vittima, parte offesa assistita dall’avvocato Fabrizio Cardinali. Farà dunque fede processuale quello che racconterà Guerrini. E comunque non sarà solo un racconto visto che tutti potranno fargli domande. «Di certo dovrà chiarire alcuni punti - dice ad esempio l’avvocato Stefano Allegra - o comunque precisarli». Sì, perché finora pare che Guerrini abbia fornito versioni non sempre concordanti, e comunque passaggi che apparirebbero poco credibili. Dall’incidente probatorio potrebbe anche (finalmente) scaturire una risposta, che è poi quella di base: perché nessuno ha chiamato i soccorsi? Perché Sansarella e Guerrini non hanno accompagnato Gennari al Pronto soccorso? Possibile che nessuno dei due, tra l’altro nell’arco di diverse ore, si sia reso conto dell’agonia del giovane? Pare certo che una semplice telefonata al 118 avrebbe potuto salvargli la vita.

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