Dal Giubileo al dramma in A1, i volontari novaresi sempre in prima linea
Sei operatori di Protezione civile a Roma per il raduno dei giovani, poi, sulla via del ritorno, il prezioso intervento durante il maxi incidente in A1 vicino ad Arezzo

Sei volontari del Coordinamento di Protezione civile di Novara hanno partecipato nei giorni scorsi a una doppia missione che ha unito dedizione, prontezza e grande umanità.
Volontari novaresi al Giubileo dei Giovani
Roberto Barbone, Roberto Restani, Fabio Consolo, Rocco Lombardi, Paolo Caputo e Nunzio Berto sono partiti per Roma con la Colonna Mobile della Regione Piemonte – composta da 98 operatori – e hanno prestato servizio per il Giubileo dei Giovani, evento mondiale che ha richiamato nella Capitale oltre un milione di ragazzi.
«Era la prima volta che partecipavamo a un Giubileo. È stata un’esperienza incredibile, anche perché sono arrivati il doppio dei giovani attesi: un numero impressionante. Emozionante anche poter vedere da vicino Papa Leone», raccontano.
Il gruppo novarese ha operato per l’intera giornata di venerdì, distribuendo acqua e fornendo assistenza presso i punti di accoglienza per i pellegrini, in condizioni climatiche estreme, visto il caldo intenso. Domenica mattina, dalle 6 fino al pomeriggio, ha supportato l'organizzazione della grande veglia con il Pontefice, prima di rientrare al campo base della Protezione civile nazionale.
Al ritorno assistenza alle persone ferme per il tragico incidente
Ma la missione non si è conclusa lì. Lunedì mattina, durante il viaggio di rientro verso casa, i volontari si sono trovati a circa 600 metri dal luogo del terribile incidente avvenuto sull’autostrada A1, tra Arezzo e Valdarno, nel quale hanno perso la vita tre persone e altre quindici sono rimaste ferite. Tra i mezzi coinvolti anche un’ambulanza della Misericordia di Terranuova Bracciolini, realtà che, come ricordano i volontari, fa parte del sistema di Protezione civile, un dettaglio che ha reso per loro l'accaduto ancora più toccante.
«Il caldo era torrido, la gente era in coda senza sapere nulla. Siamo stati informati, abbiamo indossato i giubbotti ad alta visibilità e siamo scesi tra le auto, comunicando in italiano e inglese, vista la presenza di diversi turisti, cosa stava succedendo. Provvidenzialmente avevamo ancora dell'acqua avanzata da Roma e l’abbiamo distribuita, prima a donne e bambini, poi a tutti gli altri», spiegano.
In particolare, i volontari hanno prestato assistenza a una donna incinta al nono mese e a un’altra diretta a una seduta di chemioterapia, garantendo supporto umano e pratico per oltre quattro ore. Hanno anche facilitato il passaggio dei mezzi di soccorso nella colonna di auto.
«Ci siamo resi conto che pochi secondi avrebbero potuto cambiare tutto: invece di trovarci a prestare soccorso, avremmo potuto rimanere coinvolti».
Invece il destino ha voluto per loro che si trovassero ancora una volta a tendere una mano a chi si trovava in difficoltà, nel pieno rispetto di quello che è lo spirito della Protezione civile.
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